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Passaportopoli, lo scandalo finisce in Parlamento: "Accertare le responsabilità"

Edoardo Sirignano
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Passaportopoli arriva in Parlamento. La maggioranza fa quadrato intorno ad Andrea Di Giuseppe, il deputato minacciato per aver denunciato alla Procura la pratica con cui in Sud America vengono rilasciate cittadinanze a persone che di italiano non hanno nulla. Uno scandalo scoperchiato da Il Tempo il 6 maggio e ora sbarcato sulle principali testate nazionali del Venezuela e non solo. Dal sito «Tal Cual» fino a «El Universal», diversi gli articoli in cui viene citato il caso. Ragione per la quale più di qualche parlamentare si sta prodigando per un’interrogazione. I primi a sollevarne la necessità gli appartenenti ai gruppi di FdI. Dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che parla di «associazione criminale di stampo mafioso» fino al capogruppo in Senato Lucio Malan, che elogia tutti coloro che si sono prodigati sulla vicenda, citando anche quanto riportato dal nostro giornale, diversele manifestazioni a riguardo. Non mancano anche le lodi nei confronti della Farnesina che a metà aprile ha inviato gli ispettori. Il deputato di Fdi Fabio Pietrella elogia la volontà del ministero guidato da Tajani «a far luce su molteplici zone d’ombra».

 

Una cosa è certa, da Saverio Congedo, passando per Massimo Milani fino Maria Grazia Frijia, il partito della Meloni intende chiudere un capitolo, finito nel dimenticatoio della politica. Sulla stessa linea d’onda la Lega di Salvini. Per il vicepresidente del Senato Gianmarco Centinaio «è doveroso accertare eventuali responsabilità». Come spiega bene la deputata di FdI Sara Kelany ai nostri taccuini, prima della denuncia, c’è stato un forte disinteresse, che avrebbe potuto avvantaggiare qualcuno.

 

Questione sollevata dall’ex parlamentare del Pd Fabio Porta, che già diversi anni fa, avrebbe denunciato «forme dirette e indirette di corruzione, che tra l’altro mi hanno riguardato personalmente. Esiste una vera e propria commistione, come ben descritto da Il Tempo, tra certi apparati e la criminalità organizzata. Ragione per cui tutto quanto va nella di eliminare abusi e brogli ben venga». Soprattutto nel Venezuela ci sarebbe più di qualche problema ad affrontare la questione, essendo, a suo parere, «il solo M5S ad avere rapporti diretti con l’esecutivo Maduro».

 

Rispetto a Passaportopoli, però, ci sarebbe un ulteriore capitolo riguardante l’Europa, presentato da Toni Ricciardi, vicecapogruppo Pd alla Camera: «Già nei primi 4 mesi dell’anno si sono registrate 17mila nuove iscrizioni all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero, ndr), a cui ovviamente non segue un aumento del personale addetto ai servizi consolari. Nel frattempo viene creato un gruppo Facebook non ufficiale, che conta 16mila iscritti e che si avvale in modo illecito del simbolo della Repubblica Italiana, su cui viene offerta la nostra cittadinanza alla modica cifra di 75 sterline». Lo stesso servizio sarebbe stato segnalato anche in Spagna e in Germania. «Stiamo parlando di una vera e propria truffa – spiega l’esponente dem - a danno dei nostri concittadini realizzata da parte di società private, che hanno connivenze nei rispettivi consolati. La legge non lo vieta, come invece nel caso dei passaporti in Sud America, ma ciò influisce e non poco sull’andamento della nostra democrazia».

 

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