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Bologna, prime multe per il limite a 30 km/h e ira dei cittadini. Il piano della sinistra

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Christian Campigli
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Una scelta estrema. Che non piace affatto ai cittadini. E che rischia di diventare uno dei temi caldi delle prossime elezioni di giugno. L'amministrazione pubblica di Bologna ha deciso di imporre il limite di velocità nelle strade urbane a 30 chilometri orari. Secondo i dati ufficiali, nel primo giorno di questa sorta di rivoluzione, sono state ben sei le pattuglie impegnate in diversi punti del capoluogo emiliano, sia di mattino che di pomeriggio. E sono state rilevate sette infrazioni. Uno degli automobilisti multati viaggiava a 39 km/h. Un noto gioielliere della città, letteralmente infuriato per la sanzione. “Andavo piano, ma è impossibile guardare la strada e il contachilometri contemporaneamente. È difficile guardare 35, 36, 37, 37 e mezzo. Poi la legge dice che devi fare i 30 e che si possono fare 5 km in più. Perciò io sono andato oltre di soli 4 km. Non fatemi dire altro, sennò arrivano i carabinieri e mi portano dentro e non ho tempo”.

 

 

In totale, i veicoli fermati e controllati sono stati 87 e quelli sanzionati 42: 4 per uso del cellulare durante la guida, 1 per mancata revisione, 1 per mancanza di copertura assicurativa e 14 per altri tipi di violazioni. Inoltre sono stati sanzionati 10 veicoli per attraversamento con semaforo rosso. Tra i veicoli multati anche una decina di ciclisti per attraversamento col rosso o per circolazione sotto i portici. Un nuovo corso portato avanti per la mania della sinistra di controllare ogni singolo dettaglio della quotidianità ed imporre il proprio, discutibile stile di vita (quando si tratta degli italiani, ovviamente, gli stranieri possono vivere come meglio credono, almeno secondo i progressisti) o un subdolo stratagemma per far cassa? In molti credono che, in realtà, la risposta corretta sia: per entrambi i motivi.

 

 

Firenze, qualora a giugno dovesse vincere la sinistra, seguirà certamente la traccia delineata da Bologna. In alcune strade sono già stati disegnati a terra i futuri limiti. Che, non serve essere un veggente per capirlo, porteranno milioni di euro nelle casse pubbliche e, nel medio e lungo periodo costringeranno molti automobilisti ad optare, anche a malincuore, per autobus, tramvia o bicicletta. Ovvero, se non vi sarà un'inversione di rotta, le nuove regole porteranno al raggiungimento del doppio obiettivo sognato dai nipotini di Carlo Marx. Alla faccia della libertà e del buon senso.

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