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Firenze, incubo migranti a Gavinana tra spaccio e violenze

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Christian Campigli
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C'era una volta Gavinana. Una delle zone residenziali più tranquille di Firenze. Dove le famiglie sceglievano di comprare casa per la presenza di uno splendido parco, di servizi essenziali di prim'ordine, ma soprattutto per la mancanza pressoché totale di episodi di spaccio e di violenza. Poi è arrivato il Cpa, il centro sociale più grande della città, la struttura sanitaria di Piazza Elia della Costa ha chiuso e ora nell'ex asilo di via Villamagna è stato istituito un centro per minori stranieri non accompagnati. Una struttura nella quale si è verificato l'ennesimo episodio di violenza, che ha visto l'intervento delle forze dell'ordine. Uno degli ospiti ha iniziato a distruggere gli oggetti presenti all'interno dell'immobile. Una situazione di evidente disagio, più volte lamentato anche dai residenti. Stanchi dell'aumento incontrollato dello spaccio di droga in zona. 

 

 

"Dopo il caso dell'omicidio suicidio avvenuto a Tavarnuzze è indispensabile che le cooperative che gestiscono questi centri mettano la vigilanza privata non solo educatori inesperti", ha sottolineato il capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio, Alessandro Draghi.  “Cosa sta succedendo stavolta? – chiedono il capogruppo in Palazzo Vecchio e segretario provinciale Federico Bussolin e il consigliere della Lega al Quartiere 3, Barbara Nannucci – Assessore Funaro vuole una buona volta spiegarci come è possibile ogni settimana ci siano problemi? Ormai di questo passo potremmo realizzare un vero e proprio bollettino settimanale sulle vicende del centro. I residenti della zona da mesi evidenziano che quel centro arreca soprattutto disagi e di notte nega anche il sonno a tutti. Possibile che non si possa gestire in maniera adeguata? Quali sono le difficoltà per il personale interno? Chi vive là dentro? La giunta parli chiaro senza nascondersi dietro il solito comodo silenzio. Come Lega chiediamo la possibilità di fare un immediato sopralluogo e siamo pronti a presentare interrogazioni parlamentari laddove permanga l'impossibilità di conoscere lo stato del centro di accoglienza”.

 

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