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Napoli, rivogliono il reddito di cittadinanza e attaccano la polizia: caos in piazza

Luigi Frasca
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Non si fermano le proteste per l’abolizione del reddito di cittadinanza. Ancora una volta il focolaio della tensione, per la quarta volta da fine luglio - mese in cui è stato accreditato per l’ultima volta il denaro sulle tessere degli ex percettori - è Napoli. Eppure la città campana non è l’unica realtà dove sono scoppiate le proteste, dato che altre persone sono scese in piazza a Palermo e Cosenza. Le centinaia di manifestanti, radunati dal movimento «Giù le mani dal reddito - Il Sud si ribella», si sono dati appuntamento a Piazza Garbaldi a metà mattinata, poco dopo sono scoppiati i momenti di tensione con le forze dell’ordine. Infatti il corteo si è diretto verso la rampa di accesso all’autostrada di via Marina presidiata da un folto gruppo di agenti. In quest’area i contestatori sono riusciti a forzare il cordone di sicurezza: in un primo momento è stata una donna ad aprire una breccia, poi anche un piccolo gruppo è riuscito a scavalcare il guardrail. Inevitabile la reazione della polizia in assetto antisommossa che ha caricato a colpi di manganello. Circostanze che hanno madato in tilt una grossa fetta del traffico cittadino: l’arteria che dà accesso all’autostrada è restata chiusa per una mezz’ora abbondante.

 

 

Al termine dei disordini gli ex percettori del Rdc hanno ripreso la loro marcia verso il centro della città, accompagnati dai tradizionali slogan e cori. Tra i più gettonati quello che inneggiava all’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Ci è rimasto solo di farci sfruttare per 400, 500 euro al mese. Ho mandato - ha raccontato uno tra i manifestanti - cinquanta curriculum alle aziende ma ho cinquantasei anni e sono troppo vecchio, mi hanno detto che non sono ideoneo. Si è violato un diritto che non si poteva eliminare. Siamo arrivati a un disagio sociale, le persone che sono qua vogliono un lavoro». Come detto altre manifestazioni contro l’abolizione del Rdc si sono tenute a Palermo e Cosenza. Anche nella città calabrese, nell’evento organizzato dal movimento «La Base» di fronte alla locale sede dell’Inps, chi è sceso in piazza ha alzato i toni («Vogliono un esercito di poveri disposti ad accettare qualsiasi condizione pur di sopravvivere») e dato vita a scene forti: come nel caso di un’ex percettrice, che dopo aver detto di non essere più in grado di fare la spesa, ha mangiato alcuni croccantini per gatti in segno di protesta.

 

 

Sulle proteste di ieri è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini, che dai suoi social network ha attaccato: «Inammisibile forzare blocchi e invadere autostrade. Era nel nostro programma di governo: se non puoi lavorare devi essere aiutato e sostenuto, ma se sei nelle condizioni di farlo e rifiuti proposte su proposte, non prendi più un euro. Punto». In scia a quanto detto dal titolare del Mit c’è il senatore di Fratelli d’Italia, Sergio Rastrelli: «Il nostro governo ha deciso con grande coraggio di invertire drasticamente la rotta sostenendo chi non è in condizioni di lavorare, ma rimuovendo le sacche di parassitismo e puntando ogni sforzo su nuove politiche attive del lavoro». Dichiarazioni diametralmente opposte quelle dell’esponente del M5s, il deputato Giovanni Aiello, che su Facebook ha scritto: «In queste ore l’Inps ha comunicato la sospensione del Rdc ad altre 33mila famiglie, che si vanno ad aggiungere alle 155mila maldestramente avvisate a fine luglio. Qui c’è poco da raccontare. Ci sono problemi serissimi e improrogabili che pesano sulle spalle delle famiglie».

 

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