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Saviano fuori dalla Rai manda in tilt la sinistra: il Pd porta il caso in Antimafia

Christian Campigli
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La rabbia di chi non può più disporre a piacimento dei palinsesti della TV di Stato. Quella mantenuta con i denari dei contribuenti italiani. Anche con i soldi dei cittadini di centrodestra. L'affaire Roberto Saviano infiamma il Partito Democratico. Il principale movimento della sinistra italiana, in evidente difficoltà (nell'ultimo sondaggi reso noto lunedì dal Tg La7, Botteghe Oscure è di poco sopra il 19%), prova a buttarla in cagnara. Al grande classico del "ritorno del fascismo", quest'oggi riesuma un altro evergreen, la lotta alla mafia. Battaglia nobile e di grande importanza, sia chiaro. Ma che i tromboni progressisti strumentalizzano ad ogni piè sospinto, per attaccare i moderati.

 

Dopo anni trascorsi a sentenziare su Silvio Berlusconi, oggi ci riprovano con Giorgia Meloni. Il deputato del Partito Democratico Walter Verini ha sollevato, a nome del gruppo dem, il caso Saviano davanti alla Commissione parlamentare Antimafia prima dell'inizio dell'audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari, Roberto Rossi, prevista oggi. "La defenestrazione di Saviano dalla Rai non è l'uscita di un qualsiasi giornalista - ha sottolineato Verini -, ha un significato inquietante e pensiamo che l'Antimafia, per il profilo, la storia, il ruolo di Saviano, se ne debba occupare. Chiediamo, come gruppo Pd, che si discuta dell'argomento, pensiamo che questo tema debba interessare questa Commissione", ha continuato.

 

La presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo ha proposto ai colleghi di affrontare il tema "in Ufficio di Presidenza" nella giornata di martedì. Una polemica accesa, che rischia di esacerbare i toni. Nonostante l'intervista, dettagliata e puntuale, che questa mattina l'amministrazione delegato della Rai, Roberto Sergio, ha rilasciato al quotidiano Il Messaggero. "Saviano non è in palinsesto, la scelta è aziendale, non politica. La Rai non può esimersi dal rapporto con la politica. E' importante però che la politica non condizioni la Rai. A differenza di alcuni dei miei predecessori, che non incontravano la politica incontrandola, io la incontro ma non mi faccio condizionare nelle scelte aziendali". 

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