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Firenze, la verità dell'ex comandante dei Ris: premeditato il sequestro di Kata

Christian Campigli
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“E' proprio quando hai capito tutto che, spesso, la migliore soluzione è far finta di non aver capito niente.” La massima dello scrittore Alessandro Bruno calza a pennello con ciò che sta capitando a Firenze in questi ultimi 10 giorni. Da quando cioè Kataleya, la bimba peruviana di 5 anni, è scomparsa. La politica e la società civile toscana hanno "scoperto" che le occupazioni abusive, come quella tollerata fino a 3 giorni fa all'ex Hotel Astor, non sono la soluzione a tutti i mali, l'Eden della convivenza e dell'integrazione tra etnie lontane anni luce tra loro. Accomunate solo dalla disperazione e dalla povertà. Un contesto illegale, all'interno del quale si sarebbero create tensioni che, ne è convinta la famiglia del piccolo angelo scomparso, avrebbero portato al rapimento.

Ieri il l'ex comandante dei Ris dei Carabinieri, il generale Garofano, consulente dei genitori di Kata, ha ispezionato di persona l'immobile nel quale la piccola ha vissuto fino allo scorso sabato 9 giugno. "E’ impossibile fare delle ipotesi, perché non abbiamo tutti gli elementi. Il sopralluogo serve a capire quali sono state le modalità del sequestro di Kata. Lo abbiamo fatto anche con le informazioni che ci hanno dato i genitori e che sono molto preziose. Sembra abbastanza scontato che la bambina sia stata sequestrata e portata via ma non chiedeteci cosa è successo, se è ancora viva, quale è stato lo scopo, perché nessuno lo può dire e non sarebbe serio fare delle supposizioni su cui non abbiamo elementi. Sicuramente è stato premeditato. I sequestri prevedono una premeditazione, non prevedono certamente una decisione d’impeto".

 

 

 

Nessuna casualità. Solo logiche (e terribili) conseguenze di un piano preciso. Molti però gli interrogativi. Il più atroce è quello relativo al dubbio più difficile, non solo da scrivere, ma persino da pensare. Kataleya è ancora viva? Se si, e se è stata rapita nell'abito della vendetta nei confronti della famiglia, perché non viene chiesto un riscatto o non viene restituita al padre e alla madre? Tenere nascosta dieci giorni una bimba di cinque anni è, tecnicamente, molto complicato. Per i pianti, i rumori. Dove l'hanno portata? Tra mille ambiguità, una certezza: ad oggi è  doveroso (come stanno per altro facendo gli inquirenti) battere anche la pista del presunto pedofilo. E quella relativa a quel lato oscuro della malavita che "compra" minorenni per trasformarle in prostitute. Uno scenario da incubo, per una famiglia che ha già sofferto troppo. 

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