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Meloni in Emilia-Romagna ma nessuna passerella: lezione alla sinistra

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Giorgia Meloni ha lasciato in anticipo il G7 di Hiroshima per stare vicino alla popolazione dell'Emilia-Romagna colpita dall'alluvione, e per preparare il Consiglio dei ministri di martedì per l'emergenza. La premier dopo essere atterrata all'aeroporto di Rimini si è spostata in macchina nelle zone alluvionate, per vedere i danni provocati. Una lezione alla sinistra perché la forma è sostanza: nessuna passerella. Il presidente del Consiglio infatti ha visitato, con una piccolissima delegazione, i paesi del Forlivese e del Ravennate. Secondo quanto si apprende Meloni ha parlato con i cittadini e non si è sottratta a selfie, strette di mano e abbracci. "Siete molto bravi, portare le cose da mangiare nell’acqua... è molto bello quello che fate, mi dispiace", è una delle frasi che la premier ha rivolto a un volontario di Ghibullo, frazione di Ravenna. 

 

Uno stile che ha ricevuto il consenso del sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, del Pd: "Nessuno sa dove sia la premier Meloni oggi e questo però io penso sia un fatto molto apprezzabile", ha detto conversando coi cronisti. "Di tutto abbiamo bisogno in questo momento tranne che di passerelle con codazzi di centinaia di persone. Io credo che la premier abbia voluto visitare alcune zone per farsi un’idea autonoma. Noi vorremmo incontrarla ma a un tavolo per discutere di cosa fare domani. Tutti i sindaci di questo territorio si aspettano una sua convocazione a breve", aggiunge.

 

La premier secondo quanto si apprende incontrerà il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Intanto un piccolo gruppo di attivisti del clima di Fridays for future si è dato appuntamento davanti alla prefettura di Forlì: "La stiamo aspettando per ricordarle che l’Emilia non è stata colpita semplicemente dal forte maltempo ma che l’alluvione è la conseguenza dei cambiamenti climatici. È impensabile - spiegano all’Adnkronos - che nel 2023 ancora esistano governi che negano l’urgenza di risolvere la crisi climatica", affermano i seguaci di Greta Thunberg con la consueta, surreale retorica. 

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