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Runner morto, Lega all'attacco sull'abbattimento dell'orso: “Uccisione veloce”

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La vicenda della morte di Andrea Papi, il runner ucciso da un orso nei boschi di Caldes in Trentino, finirà nelle aule dei tribunali. La famiglia ha annunciato di voler denunciare la Provincia Autonoma di Trento e lo Stato contestando le modalità del progetto ‘Life Ursus’ avviato a fine anni ’90. E proprio su tale progetto è arrivato l’intervento del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha parlat dell’abbattimento degli orsi a seguito dell’attacco mortale del plantigrado avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso: «Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale dobbiamo fare in modo che il progetto Life Ursus torni alle sue origini. Sono una cinquantina di esemplari e all’interno di questi ci sono oltretutto gli esemplari problematici che vanno abbattuti velocemente».

 

 

Anche i parlamentari del Carroccio alzano la voce. «Quella avvenuta a Caldes è una tragedia annunciata e l’Ispra (l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale) è il primo che deve salire sul banco degli imputati» la dichiarazione congiunta di Gianpiero Zinzi e Tilde Minasi, capigruppo nelle commissioni Ambiente della Camera e del Senato, della deputata Vanessa Cattoi e della senatrice Elena Testor che ricordano come «più e più volte il Presidente Maurizio Fugatti aveva lanciato l’allarme nelle interlocuzioni che si sono succedute in questi 5 anni, ma senza successo». 

 

 

La Provincia Autonoma di Trento, sottolineano ancora, «aveva chiesto di poter intervenire con urgenza nei confronti dei grandi carnivori problematici e la necessità di realizzare al più presto un piano di contenimento degli orsi visto il numero diventato ormai eccessivo rispetto alla morfologia del territorio. Ispra, invece, si è sempre messa di traverso, ha sempre ignorato gli appelli da parte di Piazza Dante. Basti guardare l’ultima bozza sperimentale sul piano contenimento dei lupi. L’Istituto ministeriale non ha minimamente preso in considerazione le proposte della Pat che cercavano di rispondere alle necessità del territorio, ma addirittura ha cercato di ostacolare l’avvio del piano di sperimentazione proponendo dei criteri che non sono per nulla applicabili in Trentino». Dura la critica nei confronti dell’Ispra che, affermano i parlamentari leghisti, «non tutela la sicurezza dei cittadini. Siamo di fronte a una serie infinita di burocrati che non prendono decisioni, se ne lavano le mani e quella che ci va di mezzo è la vita delle persone. Si arrampicano sugli specchi con la scusa che il parere di Ispra è obbligatorio, ma non vincolante. Non vogliamo piangere altri morti. Vogliamo che trentini e turisti vivano i nostri boschi in assoluta sicurezza».

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