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Migranti, al Parlamento europeo una micro riforma senza coraggio

Bruxelles respinge le richieste dell'Italia. Nessuna revisione sostanziale del trattato di Dublino

Alessio Buzzelli
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Sul dossier migranti il Parlamento Europeo respinge, almeno per il momento, le richieste dell’Italia. All’interno del pacchetto di proposte approvato ieri dalla commissione Libertà civili, giustizia e affari interni dell’Eurocamera relativo al «Patto Ue su migrazione e asilo», infatti, quasi nessuno spazio è stato lasciato alle istanze avanzate dagli eurodeputati italiani del PPE in materia di flussi e accoglienza. Quanto avvenuto ieri a Bruxelles ha segnato dunque un deciso passo indietro nel rapporto tra Ue e Italia su uno dei dossier più delicati per il nostro Paese, specie dopo le interlocuzioni sul tema avvenute parallelamente in Commissione Europea, dove il Governo Italiano, in questi ultimi mesi, non senza fatica è riuscito a mettere al centro diverso, che andasse nella direzione di un’assunzione di responsabilità maggiormente condivisa, non certo in quella di un mantenimento pressoché totale dello status-quo in vigore fino ad oggi.

Ad uscire penalizzati dal pacchetto di proposte approvato ieri dalla commissione Libe, ovviamente, sono sopratutto i Paesi di primo arrivo, come sottolineato dall’eurodeputato di FdI- Ecr Vincenzo Sofo: «Il voto della commissione Libe sul nuovo Patto Ue su migrazione e asilo rappresenta un passo indietro sul dossier immigrazione - ha spiegato Sofo. La maggioranza del PE si è accordata per indebolire l’azione esterna alle frontiere, complicare i ricollocamenti e in generale mettere i bastoni tra le ruote della riforma del Trattato di Dublino. È evidente che la frattura che si sta registrando tra Parlamento e Commissione complica il percorso verso politiche migratorie più efficaci».

Anche perché i testi approvati, con ogni probabilità, impatteranno solo marginalmente sulla complessa situazione italiana, avendo come oggetto temi «secondari» per un Paese di primo ingresso, quali lo screening alle frontiere, la velocizzazione delle procedure d’asilo e la possibilità di movimento all’interno dell’Ue dei migranti già residenti. Ora l’auspicio è che all’interno dei negoziati interistituzionali in Commissione e Consiglio si possa correggere in qualche modo il tiro e lanciare un segnale diverso da quello dato ieri dal Parlamento Europeo. 

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