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Cospito resta al 41 bis. Nordio rigetta l'istanza di revoca del carcere duro

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Alfredo Cospito resta al carcere duro. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha rigettato l’istanza di revoca del 41bis presentata dalla difesa dell’anarchico detenuto nel carcere di Opera, in sciopero della fame da oltre cento giorni proprio contro la misura del carcere duro riservato a mafiosi e terroristi. La decisione è stata comunicata al difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, dal ministero di via Arenula. La difesa di Cospito, appresa la decisione del Guardasigilli, ha annunciato immediato ricorso. 

 

Il difensore dell'anarchico condannato per gravi attentati, Rossi Albertini, dopo averlo incontrato oggi nel carcere di Opera ha detto ai cronisti che ""la situazione è sempre la stessa - afferma il legale - dimagrisce sempre più, ora pesa 70 kg, e non prende gli integratori". Sabato Cospito verrà visitato dal medico nominato dal difensore. "È assolutamente cosciente e consapevole della gogna a cui è sottoposto, della volontà di privare di pregio e di argomenti reali la sua battaglia tentando di utilizzare altre forme come quella di essere uno strumento della mafia", ha detto l’avvocato all’uscita dal carcere di Opera in riferimento aa quanto emerso dopo l'intervento di Giovanni Donzelli alla Caamera dei deputati sulla visita in carcere di un gruppo di parlamentari del Pd. 

 

Il timore di Cospito, afferma il suo legale, è per "queste affermazioni che aleggiano ogni tanto da parte dei medici su possibili tso, su possibili valutazioni di natura psichiatrica che potrebbero aprire le porte all’alimentazione coatta. Su questo è in allerta: non si comprende perché una persona, che ha chiaramente espresso il suo punto di vista, debba essere minacciato o posto nella condizione di quello che sarà il futuro sulle iniziative dei medici". Cospito rimarrà in regime di detenzione 41 bis, ma le sue condizioni di salute sono monitorate dal personale medico del carcere. 

 

"Condivido e sostengo la decisione del ministro della Giustizia", ha dichiarato il sottosegretario di Stato alla Giustizia, il senatore Andrea Ostellari: "Allo stato attuale, fino a diverse indicazioni da parte del personale medico e della magistratura, non sussistono ragioni che giustifichino diversi intendimenti. La pericolosità del soggetto è nota e certificata e lo Stato non cede ai ricatti o alle intimidazioni dei violenti". 

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