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Caso Alfredo Cospito, gli anarchici sfidano lo Stato

Francesca Musacchio
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Un’assemblea pubblica all’università La Sapienza prevista per oggi pomeriggio. Sabato, invece, un corteo da piazza Vittorio a Roma. Le attività degli anarchici non si fermano. Non solo atti incendiari e molotov, dunque, le azioni a sostegno di Alfredo Cospito saranno molteplici. Una sfida lanciata allo Stato che innalza le misure di sicurezza. E sale la tensione proprio per il 4 febbraio, quando si dovrebbe svolgere nella Capitale il corteo annunciato sui siti d’area. La marcia, di cui non è al momento noto il percorso, non è stata per adesso preavvisata in Questura. Nel frattempo, le forze dell’ordine e l’intelligence monitorano le attività degli anarchici tra chat, siti d’area e blog per capire, tra le altre cose, l’entità della partecipazione alla manifestazione di sabato. Tradotto: quanti anarchici parteciperanno al corteo. Anche in base a questo dato verrà modulato il dispositivo di ordine pubblico. Nel frattempo resteranno attive le misure di sicurezza previste in alcuni siti sensibili, come ad esempio la Farnesina, e altre verranno attivate.

Al Viminale, e non solo quindi, l’allerta è alta. E vale per l’intero territorio nazionale. Altre azioni da parte degli anarchici sono attese e per questo, ieri mattina, il ministro dell’Interno ha riunito i vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence. Sul tavolo i possibili scenari sulle evoluzioni della minaccia anarco-insurrezionalista. Tra le decisioni del tavolo, quella di innalzare le misure di sicurezza verso obiettivi sensibili, a partire da magistrati, sedi istituzionali e diplomatiche, oltre che le carceri. Sotto osservazione anche le frange estremiste e la galassia antagonista che potrebbero unirsi alle proteste. Confermato il monitoraggio serrato del web. Per questo motivo anche per il Festival di Sanremo è prevista «massima attenzione». Ieri, infatti, a Imperia si è svolta una riunione tra Prefettura e Questura per mettere a punto il sistema di sicurezza per la manifestazione canora che sarà blindata. Controlli più serrati e monitoraggio stringente delle aree più sensibili intorno all’Ariston. Previsto l’impiego di 250 uomini. E proprio dal monitoraggio delle chat su Telegram è partita l’indagine per individuare il responsabile di un commento anonimo che ha come oggetto il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone. «Ce ne ricorderemo», si legge a proposito dell'audizione in Senato di Cantone durante la quale ipotizzava il suo ruolo di istigatore di Alfredo Cospito anche dal carcere.

Ad alimentare ulteriormente il livello di allerta, le parole di Pasquale Valitutti, 75enne anarchico storico: «Noi adesso, in questo momento storico - ha detto in un’intervista ad Huffington Post - faremo in modo di indicare con chiarezza coloro che sono direttamente o indirettamente responsabili dell'assassinio di Alfredo. Poi i tempi cambiano e sicuramente in un futuro questa gente sarà colpita dalle armi rivoluzionarie». Mentre su alcuni siti d’area, nel pomeriggio di ieri, dopo l’informativa alla Camera del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è apparso un articolo rivolto al governo e alle istituzioni in generale, in cui gli anarchici prendono le distanze dalle accuse di aver creato un’asse con la mafia per combattere il 41 bis. «Non siete riusciti ad isolare un compagno nemmeno seppellendolo sotto diversi metri di cemento - si legge - Per voi tutto ha un prezzo, tutto è oggetto di compravendita (oh se le avete fatte e le fate le trattative con Cosa Nostra, altro che "fermezza"!), tutto segue precise gerarchie e catene di comando. Ma le compagne e i compagni non hanno bisogno di direttive né di istigatori né di pizzini». E ancora: «È lo Stato – non il movimento anarchico – ad avere in mano un ostaggio, sepolto in una tomba per vivi a monito per tutti gli altri. È lo Stato che terrorizza e ricatta: "moderate il conflitto, o potrete finire lì anche voi". Ed è Alfredo, non lo Stato, a rifiutare trattative o negoziati di sorta. Con la sua estrema determinazione rivendica l’abolizione degli abomini del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. In cambio di cosa? Di niente. Con questo solidarizzano migliaia di persone. Per questo compagne e compagni in Italia e nel resto del mondo mettono in gioco il loro amore, il loro spirito, il loro coraggio. È il movimento ad affermare che sulla solidarietà non si tratta».
 

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