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Rai, terremoto dopo le regionali: "Via Fuortes" e rivoluzione nei Tg

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Il caso dell'intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella serata finale del Festival di Sanremo appare "ridimensionato", scrive il Corriere della sera che ricorda come ieri in cda a sollevare il caso "non è stata la Lega, ma il consigliere dei dipendenti Rai, Riccardo Laganà". Il quale  ha chiesto che su dossier di questo tipo il cda venga informato. L'ad Rai Carlo Fuortes ha comunicato allora che sarà il direttore del Primetime, Stefano Coletta, a "valutare" il messaggio registrato dal presidente ucraino e decidere se sottoporlo all’ad. Il futuro dell'amministratore delegato è al centro di fibrillazioni tra viale Mazzini e Palazzo Chigi. Fuortes dal Cda ha avuto una sorta di "avviso di sfratto", riporta il Giornale. Il budget 2023 della Rai infatti è stato approvato in consiglio di amministrazione con soli tre voti su sette, di cui uno dello stesso Fuortes, un altro della presidente Marinella Soldi e il terzo della consigliera del pd Francesca Bria (assenti i due membri del centrodestra). 

 

"Le forze politiche dell’attuale maggioranza hanno convenuto di lasciarlo al suo posto almeno fino alle elezioni amministrative. Dopo la strada è tutta in salita", si legge nel retroscena secondo cui si fa avanti l'ipotesi che la presidenza della Commissione parlamentare di Vigilanza della Rai venga affidata a Nicola Zingaretti. Una "compensazione a sinistra" per la possibile fuoriuscita di Fuortes. Il quale, dopo il Festival di Sanremo, sarà "atteso al varco" per la presentazione del piano industriale e "ìì potrebbe definitivamente capitolare". Se riuscisse a superare questo ostacolo, resterebbe in sella "fino a fine mandato, cioè l’estate del 2024".

 

"Voci di corridoio di viale Mazzini" insistono sul fatto che l'ad "avrebbe ottenuto il via libera momentaneo dalla premier Giorgia Meloni in cambio di maggiori ruoli da assegnare agli uomini di Fratelli d’Italia", si legge nel retroscena che fa alcuni nomi: "in vista di questo riposizionamento verrebbe sacrificata Monica Maggioni. Al suo posto si fa il nome di Gian Marco Chiocci, direttore dell’Adnkronos", anche se appare difficile che la premier rimuova una donna dalla guida del Tg1. Ma se dovesse succedere, scatterebbe lo "schema" con "Chiocci sul notiziario dell’ammiraglia, Antonio Preziosi (vicino a Forza Italia) al Tg2". Ma l'effetto domino coinvolgerebbe allora anche le direzioni di genere. In questo contesto, per il Corriere il profilo che emerge per il posto di ad è quello di un manager interno, "forse Roberto Sergio". 

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