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Papa Benedetto XVI, pronto l'omaggio della gente: salma esposta a San Pietro

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Di mattina presto la salma di Benedetto XVI sarà portata nella basilica di San Pietro. Iniziano così le esequie vere e proprie del Papa Emerito, il cui ultimo atto sarà la tumulazione nelle Grotte Vaticane giovedì, al termine del funerale che sarà presieduto da Papa Francesco. Proprio Francesco è tornato a ricordare il predecessore che, con le sue dimissioni, gli spianò la strada al Soglio, e non solo in senso metaforico. «Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa», dice Bergoglio, che ha reso visita a Ratzinger per primo poco dopo il decesso. Sono state inoltre divulgate le foto della salma: il Papa emerito che si appresta a tornare polvere, vi appare vestito dei paramenti liturgici rossi e della mitra. Tra le mani un rosario. L’impressione è quella di un corpo ormai reso minuto, anche se le scarpe nere non fanno l’effetto di sproporzione che invece creavano, anni addietro sul corpo una volta vigoroso di Karol Wojtyla.

 

 

Si apprendono le prime indiscrezioni su chi verrà a rendere omaggio (qualcuno sussurra che il Presidente Mattarella potrebbe essere tra i primi) così come si immagina che al funerale parteciperanno tra le 40 e le 50mila persone. Certo invece il fatto che Italia e Germania, i due paesi di Ratzinger, avranno delegazioni ufficiali. Al contempo si apprendono i particolari degli ultimi momenti della vita terrena del Pontefice emerito. Le sue ultime parole sono state pronunciate in italiano, e sono state «Gesù ti amo». Le ha comprese e riferite un infermiere che non parla il tedesco. In tre parole il riassunto di una vita, commenta Andrea Tornielli su Vatican News, mentre il fedelissimo segretario monsignor Gaenswein si lascia andare ai ricordi personali sui momenti topici: non potrebbe essere che così. Quando mi comunicò l’intenzione di lasciare, riferisce il prelato che in queste ore non ha nascosto le lacrime, gli risposi che era una cosa impossibile. Lui la confermò e mi impegnò al silenzio. La consegna fu rispettata.

 

 

Si susseguono anche le interpretazioni del testamento spirituale lasciato da Benedetto. Le più comuni riguardano il rapporto tra scienza e fede. C’è chi vi vede un tentativo del grande teologo di propugnare il dialogo, e così por fine al grande dibattito del Novecento, c’è chi sottolinea piuttosto la sua critica velata ma non troppo a certe teorie (prima tra tutte il marxismo) dalla pretesa base scientifica, ma che di scientifico non avevano che l’apparenza. Su tutto campeggia comunque l’invito, veramente urbi et orbi, a restare «saldi nella fede» e a non farsi distrarre da essa. Significativo il fatto che il primo destinatario dell’invito sia la Germania, teatro attualmente di dispute teologiche e morali in vista del Sinodo. Il processo sinodale però è materia del domani. Intanto Ratzinger da lunedì riceverà l’omaggio della gente comune, e non è detto che si presentino in pochi. Le urgenze della Chiesa, ad ogni modo, stringono e vanno al di là del semplice computo di una serie di presenze.

 

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