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Mondiali Qatar, i giocatori dell'Iran cantano l'inno. Ma scatta la protesta: fischi dei tifosi

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Tutti i calciatori iraniani hanno cantato o almeno mormorato l’inno prima della seconda partita del mondiale contro il Galles e quindi non hanno ripetuto il gesto di protesta della gara d’esordio contro l’Inghilterra quando tutti i giocatori erano rimasti muti. Dal settore dei tifosi dell’Iran si sono levati molti fischi per questa scelta, probabilmente da parte di sostenitori della rivolta in corso da due mesi contro il regime degli Ayatollah.

 

 

La decisione degli undici del mister Carlos Queiroz di non intonare i versi dell’inno era stata il culmine di una serie di dichiarazioni dei giocatori iraniani a supporto delle proteste in corso nel Paese da settembre, scoppiate dopo la morte di una giovane, Mahsa Amini, avvenuta mentre questa era in custodia della polizia morale. La ragazza era stata fermata per aver indossato il velo in una maniera non conforme alle regole della Repubblica islamica. Prima del match contro l’Inghilterra, conclusosi sei a due a favore dei britannici, anche spettatori allo stadio hanno mostrato cartelli di solidarietà verso la mobilitazione. Ieri uno dei calciatori più noti del Paese asiatico, Voria Ghafouri, ex membro della nazionale e stella dell’Esteghlal, squadra della capitale Teheran, è stato arrestato con l’accusa di aver «danneggiato la reputazione della squadra nazionale e diffuso propaganda falsa contro lo Stato».

 

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