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Soumahoro, tutte le accuse contro la famiglia del deputato di Sinistra italiana

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"I ragazzi lasciati senza cibo e acqua calda, mi dicevano di comprare riso in bianco". Il deputato di Sinistra Italia Aboubakar Soumahoro prova a difendersi e torna a parlare dell’indagine sulle cooperative di sua moglie e di sua suocera. In un post su Facebook spiega che non sa nulla e ribadisce di essere estraneo alla vicenda. Sostiene anche che se i presunti maltrattamenti nei confronti di minorenni fossero veri sarebbero gravi e che ha fiducia nella magistratura. 

Ma le indagini dei carabinieri sono in corso. La procura di Latina ha detto che tutto si sta svolgendo "con il dovuto riserbo". Una delle due coop aveva spiegato che il ritardo nei pagamenti era dovuto alla mancata corresponsione degli importi per gli appalti da parte dei committenti. Tra i quali ci sono le istituzioni del luogo. Ma una 36enne che lavorava come cuoca e come interprete per il Consorzio Aid racconta come si viveva nella casa che ospitava dieci minorenni di età compresa tra i 14 e i 17 anni e di cittadinanza egiziana e tunisina e rivela particolari agghiaccianti. "Le condizioni erano pessime. Non compravano vestiti ai ragazzi. Quando gli ospiti sono arrivati hanno ricevuto una tuta, un pigiama, un paio di scarpa, uno di mutande e una giacca. Poi basta". E ancora: "Chiedevano coperte. I termosifoni non funzionavano bene e la caldaia spesso andava in tilt, col risultato che non c’era sempre acqua calda".

La testimone parla anche del pocket money a cui i ragazzi avevano diritto: "A quei ragazzini non davano quasi mai la cosiddetta paghetta e quando sono stati trasferiti erano 4 mesi che non la vedevano". E poi: "C’erano sempre difficoltà col cibo e a volte la responsabile spendeva di tasca sua per far mangiare qui minori. Io mi dovevo arrabbiare per far portare degli alimenti. Ma la spesa non bastava". La testimone ne aveva parlato con la suocera di Soumahoro: "Doveva provvedere lei alle forniture, ma il cibo appunto era poco e non dava spiegazioni. Quando la chiamavo diceva di far mangiare ai ragazzi il riso in bianco".

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