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Pensioni, Quota 41: ecco come funziona. A quale età si potrà uscire dal lavoro

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Una riforma per superare la legge Fornero e stabilire un nuovo sistema per le pensioni. Sul tavolo del governo c'è l'ipotesi di Quota 41, che la ministra del Lavoro Marina Calderone ha definito "un punto di riferimento". Il numero chiave è proprio 41, gli anni di contribuzione che saranno considerati sufficienti per lasciare il lavoro. Ma secondo le ipotesi allo studio l'anzianità non basterà: sarà necessario aver raggiunto un'età che ancora non è stata quantificata del tutto, ma dovrebbe essere compresa tra i 61 e i 63 anni.

 

In ogni caso c'è bisogno di una riforma tempestiva per evitare che a gennaio del 2023 si determini uno “scalone” di uscita con il ritorno alle regole della legge Fornero, ossia il pensionamento con 67 anni di età. A quel punto non c'è "41" che tenga. Ma la riforma deve essere anche strutturale, come confermato da Calderone, per evitare di cadere negli errori, anche qui, della Fornero. 

 

Intanto, accanto allo studio dei requisiti base della previdenza, l'orientamento nella prossima legge di Stabilità è la conferma di altre due misure oggi in vigore ma in scadenza a fine anno: Opzione donna e Ape sociale. La prima, spiega il Messaggero, permette il pensionamento a 58 anni con 35 di contributi per le donne, con un ricalcolo in negativo dell’assegno previdenziale. Parliamo di una pensione più bassa di circa il 20-25 per cento. L'Ape sociale è destinato a chi ha compiuto 63 anni con 30 o 35 di contributi in attività gravose. Nella manovra, inoltre, potrebbe esserci un incentivo a restare al lavoro oltre i 63 anni: una sorta di premio studiato soprattutto per i medici e il pubblico impiego. 

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