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Covid, la pandemia ha alterato la personalità della popolazione: lo studio

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La diffusione del Covid-19 potrebbe aver alterato in qualche modo la personalità della popolazione. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati della Florida State University College of Medicine. Il team, guidato da Angelina Sutin, ha valutato le associazioni tra gli eventi stressanti della pandemia e il cambiamento della personalità, con i ricercatori che hanno utilizzato i dati relativi a 7.109 partecipanti allo studio Understanding America. Nell’ambito del progetto, sono stati confrontati i tratti caratteriali dei volontari considerando diversi aspetti, come l’affidabilità, l’irascibilità, l’estroversione, l’apertura e la coscienziosità.

 

 

Gli esperti hanno esaminato le misurazioni effettuate prima della diffusione del Covid e i dati raccolti durante le varie ondate epidemiche. In totale, sono stati vagliati 18.623 record e i volontari avevano un’età compresa tra 18 e 109 anni. Stando a quanto emerge dall’indagine, nel periodo successivo all’inizio della pandemia si riscontra un significativo decremento dei livelli di estroversione, apertura, disponibilità e coscienziosità. L’entità delle alterazioni osservate risultava inoltre correlata all’età, in quanto le persone di mezza età hanno manifestato un maggiore aumento nei valori associati al nervosismo e un calo più significativo nella disponibilità e nella coscienziosità. «Abbiamo scoperto che la pandemia potrebbe aver alterato la personalità - l’analisi di Sutin - nonostante si pensasse che questi tratti non potessero cambiare, gli adulti di mezza età sono diventati più lunatici, più inclini allo stress, meno collaborativi, meno fiduciosi e meno responsabili».

 

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