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Blocco navale per i clandestini? Tutti contro Giorgia Meloni, ma lo chiedeva l'Europa già nel 2017

Tommaso Carta
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Non si fermano le polemiche sul blocco navale proposto da Giorgia Meloni e Matteo Salvini per frenare l'afflusso dei migranti sulle coste italiane. Il Pd, con Laura Boldrini presidente del comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, si domanda se Meloni «sa che per il diritto internazionale è considerato un atto di guerra, che servirebbero più navi di quante ne dispone la Marina militare, e che i morti supererebbero i respinti». Secondo Osvaldo Napoli di Azione l'idea di Meloni di proporre il blocco all'Unione europea è «un tipico esempio di populismo: promettere qualcosa che non si realizzerà mai perché non dipende solo dalla volontà di un Paese ma dalla somma delle volontà di 27 Paesi + uno, cioè la Libia. E nessun Paese europeo si è mai detto disponibile al blocco navale». Sarcastico, infine, il commento di Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo: «È come "La corazzata Kotiomkin" di fantozziana memoria...».

 

 

Alle critiche Meloni replica ricordando che «il Blocco navale europeo in accordo con le autorità del nord Africa che da anni propone Fratelli d'Italia altro non è che l'attuazione di quanto proposto dall'Unione Europea già nel 2017 e ribadito numerose altre volte. Chi oggi blatera che "il Blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra" dimostra la sua totale ignoranza sul tema immigrazione».

 

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