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Il caldo estremo è la nuova normalità. Mario Tozzi: come siamo entrati nell'era del fuoco

Luca De Lellis
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È cominciata (e non da oggi) “l’era del fuoco”. Così Mario Tozzi, in un’allarmante intervista rilasciata a La Repubblica, si è espresso sul caldo insopportabile che sta colpendo non solo il nostro Paese, ma anche Francia, Spagna, Portogallo e altre nazioni dell’intero globo terrestre. È come se ogni anno si ripetesse lo stesso tormentone: “Io un caldo così non l’ho mai sentito, nemmeno nella famosa estate del 2003… quella fu la più calda di sempre”. In realtà, come afferma il geologo e divulgatore scientifico, “stiamo osservando il fenomeno dalla prospettiva sbagliata”. Perché? “Ci sembrano eventi eccezionali perché guardiamo al nostro passato, alle estati temperate, ma non è più così. Stiamo vedendo, invece, i primi fenomeni ordinari della nuova era che verrà, l'era del fuoco, della sabbia e del caldo. Il cambiamento climatico induce ondate di calore, la siccità è accresciuta dal nostro eccessivo prelievo delle acque. I boschi e le foreste diventano più secchi, il fuoco si propaga più facilmente, più a lungo e su distanze maggiori”. E lo possiamo constatare in prima persona a Roma, dove gli incendi sono diventati ormai una disastrosa consuetudine nelle afose giornate capitoline.

 

L’uomo però, nel corso dei tempi, si è sempre adattato. Lo diceva Charles Darwin nella sua teoria dell’evoluzione della specie. Questo dato, per il geologo Tozzi, può fornire una piccola speranza per le sorti del nostro futuro: “Le specie fanno questo: o fuggono migrando o cambiano o si estinguono. Una quota di evoluzione ci sarà per forza, ci adatteremo al cambiamento climatico e alle sue conseguenze, al fuoco e all'innalzamento dei mari. Questo adattamento (...) è probabile che oggi sarà più accelerato”. Tuttavia, il limite può configurarsi nella presenza “di un apparato tecnologico forte che ci fa ritardare i nostri adattamenti. Preferiamo adattare i materiali, ma se questi entrano in crisi perché scarseggiano, finiscono o si deperiscono, allora toccherà anche a noi adattarci. Nessuno, oggi, può sapere come andrà a finire”.

 

La sola certezza è che non avremo più (o almeno con il contagocce) giornate fresche o piovose in estate. E, stando a quanto afferma Mario Tozzi, coloro che hanno provocato questo disastro ambientale sono i “petrocarbonieri”. Infatti, “si continua a negare il ruolo dell'uomo nei cambiamenti climatici, si ritarda il momento in cui saranno messi in condizione di non nuocere i veri colpevoli di questa storia”. Di mezzo ci si è messo anche il conflitto in Ucraina, che ha complicato notevolmente l’assunto: “La guerra avrebbe dovuto essere un motore di rinnovamento, ma la nostra transizione ecologica si è tradotta nel passaggio dal gas al carbone. Abbiamo solo cambiato lo spacciatore”. Per concludere, una stoccata all’esecutivo: “Il nostro governo non ha fatto l'unica cosa che c'è da fare: risparmio energetico, efficienza energetica ed energie rinnovabili”.

 

 

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