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Caos taxi, nuove proteste a Roma, Milano e Napoli. Verso un altro sciopero in tutta Italia

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Riesplode la rabbia dei tassisti in tutta Italia. A Roma un sit in di protesta in via del Corso con 5 rappresentanti di categoria incatenati davanti a Palazzo Chigi. Le forze dell'ordine hanno blindato tutta l'area intorno a Montecitorio. A Napoli centinaia di auto bianche hanno occupato piazza del Plebiscito mentre a Milano si sono verificati disordini tra tassisti e Ncc che hanno denunciato di essere stati aggrediti con il lancio di uova. Il servizio taxi si sta spontaneamente fermando in tutta Italia. "Dopo i due giorni di sciopero generale della scorsa settimana e l’annuncio di due altre giornate di stop per il 20 e il 21 luglio, oggi la categoria ha deciso di incrociare le braccia senza autorizzazione, andando contro la legge che regolamenta gli scioperi" ha dichiarato il professor Pietro Paganini, presidente di Competere.Eu - Policies for Sustainable Development. 

 

Nel mirino della categoria ci sono le liberalizzazioni previste nell'articolo 10 del Ddl Concorrenza. Il 5 e 6 luglio i tassisti hanno indetto lo sciopero nazionale, quarantotto ore di fuoco per la città di Roma dove sono arrivati i tassisti di tutta Italia. A margine del corteo, nel tardo pomeriggio, un gruppo ha tentato un blitz davanti a Palazzo Chigi. La polizia è intervenuta dopo che alcuni manifestanti hanno tentato di forzare il blocco disposto dalle forze dell'ordine nella zona della Galleria Sordi. 

 

 

La pubblicazione degli Uber Files, l'inchiesta pubblicata dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi (ICIJ) tra cui il Guardian, ha riacceso le proteste. Il Guardian ha ottenuto oltre 124mila documenti confidenziali interni a Uber, denominati 'Uber Files' e relativi al periodo compreso fra il 2013 e il 2017, quando alla guida della società c'era Travis Kalanick. L’inchiesta rivela un sistema di lobbying e pubbliche relazioni attuato dalla società per provare a ottenere l'appoggio di politici di spicco per scombussolare il settore dei taxi in Europa. I file consistono in circa 83mila e-mail, messaggi WhatsApp e iMessage, ma anche memo, presentazioni e fatture. "La raccolta di file riservati trapelati – scrive il Guardian – ha rivelato la storia interna di come il gigante della tecnologia Uber abbia violato le leggi, ingannato la polizia, sfruttato la violenza contro i conducenti e fatto pressioni segretamente sui governi durante la sua aggressiva espansione globale". Coinvolti nelle operazioni di pressione anche personaggi politici noti, come Matteo Renzi per l’Italia, Emmanuel Macron per la Francia, Joe Biden quando era vicepresidente degli Stati Uniti e l’ex commissaria Ue per il digitale Neelie Kroes. 

 

 

 

 

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