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Il dossier dei filo-Putin finisce alla Camera. Ci sono pure Augias e Oliver Stone, bufera sul Pd

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Un'altra lista di presunti filo-Putin, tra l'altro con nomi altisonanti, scatena un terremoto politico. Anche perché a presentare il controverso report nientemeno che in Parlamento è il deputato del Pd Andrea Romano (la dem Lia Quartapelle e Riccardo Magi di +Europa hanno dato forfait all'ultimo minuto). Si tratta di un analisi sulla "Disinformazione sul conflitto russo- ucraino" curata dalle ong Federazione italiana diritti umani e Open Dialogue ma invece di contenere propaganda del Cremlino ci sono più che altro opinioni, commenti e contributi di esperti. Qualche nome. Torna quello di Marc Innaro, corrispondente Rai da Mosca, e quello dell'immancabile Alessandro Orsini ma anca della docente Donatella Di Cesare, visti spesso a #Cartabianca su Rai3. Tra i contenuti bollati come propaganda filorussa figurano commenti dello  scrittore italiano di origina moldave Nicolai Lilin, del giornalista Mediaset Toni Capuozzo e un dialogo tra Corrado Augias e lo storico Alessandro Barbero, ma anche la famosa intervista del regista  Oliver Stone allo stesso Putin.  

 

Repubblica ha analizzato il report e ammette che "il dossier non prova neanche a distinguere tra opinioni personali e fake news: si limita a gettare nell'unico calderone cose ben diverse tra loro". Le ong rivendicano la bontà dell'analisi, mentre Romano spiega che la disinformazione russa in Italia è "sotto gli occhi di tutti". Augias ha replicato direttamente alla presentazione del dossier affermando che "cadono le braccia" e rivendica la sua affermazione, nel corso di Rebus su Rai3, "che bisogna anche tenere presenti le ragioni storiche che possono aver motivato il dittatore russo nella sua aggressione all'Ucraina". Tanto basta a vedersi affibbiata l'etichetta dei putiniani.

 

A replicare è anche Orsini che sulla sua pagina Facebook denuncia il  "vergognoso report" presentato alla Camera: "Inizio a pensare che essere accusati di 'putinismo' significhi semplicemente essere accusati di libertà". A d Augias dice: "Stia tranquillo", l’accusa di putinismo "viene scagliata contro quegli studiosi liberi che portano le decisioni dei governi davanti al tribunale della ragione". Viviamo in un’Italia capovolta" contrattacca definendo l'elenco una indecorosa lista di proscrizione. 

 

 

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