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Lituania e blocco Kaliningrad, l'ambasciatore Pontecorvo: "Scatenano la guerra con la Nato". Chi c'è dietro la mossa di Vilnius

Giada Oricchio
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“Siamo a un passo dall’entrare in guerra”. Goffredo Buccini, giornalista del Corriere della Sera, lancia l’allarme dopo la decisione della Lituania di bloccare merci e trasporti nella regione di Kaliningrad, exclave russa dove sono concentrate molte testate nucleari. Immediata è stata l’ira di Mosca che, tramite il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Nikolai Patrushev, ha assicurato “conseguenze serie per i lituani”.

Ospite del talk politico "L’Aria che Tira" su La7, martedì 21 giugno, Buccini ha definito gravissima e pericolosa la mossa (inaspettata) del governo di Vilnius e ha spiegato perché potrebbe portate alla terza guerra mondiale citando l’articolo 5 del trattato Nato: “E’ stabilito che un attacco armato contro una o più delle parti in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro”.

Tradotto: se la Russia colpisce la Lituania (aderente alla Nato), gli altri Paesi Nato devono difenderla con l’invio degli eserciti. Dopo 118 giorni di guerra in Ucraina, siamo di fronte alla prima vera escalation militare. Ma perché, venerdì scorso, la Lituania (storicamente e fortemente antirussa) ha fatto una mossa così azzardata? Come può aver gettato benzina sul fuoco di un conflitto che finora ha visto parlare solo le armi e mai la diplomazia? E’ plausibile che Vilnius non abbia agito in solitaria, ma sia protetta? Che abbia ricevuto garanzie in cambio di un simile passo?  E da chi? Insomma, è un atto di ostilità personale o c’è lo zampino dell’America?

Ci stiamo muovendo in un campo minato e l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, presente in studio a L’Aria che Tira, ha ragionato su quanto accaduto: “Non è legittimo quello che ha fatto la Lituania, è mettere un dito negli occhi dei russi, è una follia dal punto di vista politico, è davvero un’escalation. Bisogna chiedersi cosa c’è dietro: i lituani sanno benissimo che non è una mossa neutra”.

La gravità sta nel fatto che lo stop al passaggio di merci viola il diritto di Mosca a transitare su quei territori per rifornire la sua excalve: “Non voglio mettere sullo stesso piano l’invasione in Ucraina con questa decisione ed è pur vero che i russi possono raggiungere Kaliningrad via mare, ma è pur vero che il diritto internazionale va salvaguardato sempre” ha puntualizzato l’ambasciatore.

Pontecorvo ha avanzato una mezza certezza più che il sospetto: “Guardate la cartina, la Lituania può mai fare una cosa del genere tutta da sola prendendosi la responsabilità di dare un pugno nell’occhio ai russi senza dire davvero niente a nessuno? Io non ci credo”. L’ipotesi è che il blocco sia stato concordato quantomeno con la Polonia, se non addirittura con gli Usa. Adesso tocca all’Ue prendere posizione e far ragionare la Lituania su un atto che appare un casus belli a tutti gli effetti.

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