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L'Università Telematica San Raffaele fiore all'occhiello della didattica innovativa

Al primo posto tra le 11 università telematiche riconosciute dal Miur in Italia e quinta in assoluto tra i 98 atenei dello Stivale

Valentina Conti
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Docenti che disegnano l’esperienza di insegnamento e di apprendimento: un percorso a portata di clic che segue in dettaglio ogni step dello studente. L’Università Telematica San Raffaele scala la graduatoria delle università telematiche: è prima nella classifica delle 11 riconosciute dal Ministero dell’Istruzione in Italia. Oltre che quinta in assoluto tra i 98 atenei dello Stivale, secondo i risultati della valutazione della qualità della ricerca per il periodo 2015-2019 effettuata dall’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario della Ricerca.

Novemila allievi nel complesso e la cifra marcata dell’innovazione a 360 gradi nella didattica, rigorosamente a distanza, a fare da apripista nell’attività accademica: un “esempio” nel Lazio. “L’azione progettuale da parte del corpo docente, che monitora costantemente l’iter formativo degli studenti, ha l’obiettivo chiaro di puntare sui risultati di apprendimento attesi”, ha spiegato il Rettore Vilberto Stocchi alle telecamere di "Officina Italia", l’appuntamento della TGR con l’economia delle regioni.

“È un’università legata con l’IRCCS San Raffaele, quindi la struttura è di ricerca. Un’attività scientifica eccellente a livello internazionale”, ha proseguito Stocchi. Negli anni, il profilo degli allievi frequentanti l’Università San Raffaele è molto cambiato, con un notevole abbassamento della soglia di età: oggi chi si iscrive è già un lavoratore che vuole avere una maggiore flessibilità di studio o viene richiamato dall’eccellenza di specifici indirizzi, che spaziano dall’Amministrazione e Organizzazione alle Scienze motorie, dalla Moda e Design all’Alimentazione e Nutrizione.

Con la fine dello stato di emergenza sanitaria, l’Università è tornata con le sessioni degli esami in presenza nelle tre sedi di Roma, Milano e Catania, sempre nel segno delle sfide future della conoscenza. Perché “pensare alle didattiche innovative - ha concluso il Rettore - è un’assunzione di responsabilità per dare risposte concrete alle aspettative dei nostri ragazzi”.

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