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Otto e mezzo, il retroscena di Andrea Scanzi: “Mario Draghi in difficoltà”. Sulle armi rischia la caduta del governo

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Andrea Scanzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, è ospite della puntata del 10 maggio di Otto e mezzo, programma televisivo serale di La7, e non disegna un futuro roseo per Draghi, partito alla volta degli Stati Uniti per discutere di diversi temi, in primis quello della guerra Russia-Ucraina: “Il dibattito armi sì o armi no al popolo ucraino è uno dei motivi per cui vedo Mario Draghi in difficoltà, è un problema anche politico. Joe Biden sta chiedendo a Draghi due cose, emanciparsi il più possibile dal gas russo, magari prendendo il gas americano che costa di più, ed inviare ancora più armi. Un fatto che sancisce una spaccatura dentro al governo Draghi e questo lui lo sa. Draghi va da Biden con Giuseppe Conte e Matteo Salvini che non vogliono più inviare armi e Pierluigi Bersani che ha dei dubbi. Se noi togliamo Lega e Movimento 5 Stelle il governo perde la maggioranza. Non è un Draghi baldanzoso come poteva essere sei mesi fa dal punto di vista politico”.

 

 

Scanzi passa poi all’argomento di discussione sulle polemiche per i giornalisti filo-russi invitati nei talk show italiani: “Io trovo che siamo dentro ad uno dei momenti più aberranti del dibattito giornalistico nazionale e non solo. È allucinante che il Copasir si occupi dei giornalisti nei talk show”. “Non ne abbiamo bisogno…” dice con sdegno la Gruber sulle ultime azioni del Copasir. 

 

 

“È - prosegue Scanzi - comico e fa ridere, visto che si sa che alcuni giornalisti lavorano per la tv di Stato o il ministero della Difesa della Russia. Non ci voleva il Copasir per scoprire certe cose… Ma poi da quando la politica, il Copasir, i servizi segreti, devono decidere chi va in televisione? Io sarò libero di scegliere chi invitare o meno. Il dibattito su Sergej Lavrov è stato aberrante. Si può discutere sulla bellezza di quella intervista, sulla liceità deontologica di quella intervista, se sono state fatte le domande giuste, ma questo appartiene allo spettatore e non al Copasir, è folle. La distinzione bene-male manichea è inquietante e sta rincoglionendo mezzo mondo. Trovo molto triste che tra questi pifferai magici non ci sono solo certi tromboni e bacchettoni della politica che conosciamo ampiamente, ma che ci siano anche esponenti autorevoli ed abbastanza intelligenti del Partito Democratico. Mi spiace molto - conclude il giornalista -, essere dalla parte dell’Ucraina non vuol dire silenziare chi ha l’ardire di fare ogni tanto delle eccezioni, spero che non sia questa l’idea di democrazia di certi partiti, tra i quali il Pd”.

 

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