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Elisabetta Franchi nella bufera. Ma il valore della donna va oltre la retorica della sua difesa

Mario Benedetto
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Se vi chiedessero un giudizio su Machiavelli come vi esprimereste? Può piacere o meno, ma comunque gli sarebbe riconosciuta da tutti una certa dignità intellettuale. E se vi dicessi che l’autore del Principe, opera che è alla base della sua fama giunta sino ai giorni nostri, reputava la donna una «proprietà» dell’uomo? Immagino cambiereste idea, giustamente. Ma senza demolire tutto il resto dell’eredità che Machiavelli ha consegnato alla storia, dalla cultura generale sino alla scienza politica, della quale si può ritenere un padre. 

Attualizziamo il ragionamento e proviamo ad applicarlo all’attualità di queste ore, facendo una premessa che non lasci alibi a chi non voglia seguirci nell’analisi e intenda dare una lettura senza sfumature, tribale, alle righe che verranno: Elisabetta Franchi l’ha detta quantomeno maluccio. È evidente, non si può che approcciare con scetticismo una dichiarazione basata su questione non solo di genere, ma anche anagrafica e legata a scelte di vita che non devono mettere le donne davanti a un bivio: mamma o lavoratrice. Ma spesso, purtroppo, è così nella realtà. Dunque, con spirito costruttivo, questa è una prima considerazione da far seguire alle parole della stilista, che pongono una questione reale. Questa persona ha avuto l’ardire, e il coraggio, di dire ciò che i tanti purtroppo pensano o, purtroppo ancora, mettono in pratica. 

 

Dunque non limitiamoci alla polemica e andiamo oltre nella ricerca non solo di riflessioni sull’etica pubblica, ma anche di proposte e soluzioni rispetto a comportamenti sanzionabili, nonché a condizioni di contesto in cui le imprese oggi si trovano a operare. Se da un lato esistono tutele nei confronti delle donne lavoratrici, dall’altro non è solo la rincorsa al profitto, ma anche un eccessivo aggravio di costi che vanno dalla pressione al cuneo fiscale che contribuiscono a rendere le aziende organizzazioni più «ciniche». Ci sono indubbiamente imprenditori e imprenditori e, se il nostro sistema riesce a reggere e fare anche sviluppo in condizioni difficili come quelle attuali, significa che la maggioranza dei nostri uomini d’impresa italiani rappresenti un modello da seguire. La loro sensibilità deve sempre fare i conti con i numeri, che si traducono non solo in guadagni, ma anche in stipendi e occupazione.

A tal proposito, secondo aspetto: la stilista di cui parliamo è una donna. Con una storia affascinante, complessa, che l’ha portata a rappresentare un marchio tra i più conosciuti e apprezzati nel mondo. Allora non cediamo alle pulsioni dell’istinto e della pancia, portando dalle stelle alle stalle chi, come lei, ha avuto uno scivolone. Da criticare, ma anche da comprendere nella sua complessità e da «utilizzare» in senso buono, per porre una questione che porti a interrogare ciascuno di noi, nei suoi comportamenti quotidiani, dai semplici cittadini ai decisori pubblici. Il che va rispettivamente dal rispetto di mogli, collaboratrici al lavoro per garantire norme e regole che consentano a ciascuna di esse di esprimere il loro miglior potenziale, a vantaggio di tutti. 

A chi ha sostenuto che se ci fossero state donne alla guida della Russia non sarebbe scoppiata la guerra va ricordato che, pur collaterali nello scacchiere generale del potere, esse sono rappresentate da pezzi da novanta come Elvira Nabiullina, a capo della Banca Centrale Russa, non proprio secondaria negli ingranaggi putiniani. O di Valentina Matvienko, Presidente del Consiglio Federale Russo, dunque tra le donne più potenti del Paese. Di certo, al contrario, non si può far ricadere solo su di loro la responsabilità del conflitto. Ma da tutte queste considerazioni, sino a quest’ultima, una conclusione va tratta. Non è con la retorica che si costruisce il progresso e si supera il gender cap, ma con il giusto spirito critico. Che non risparmi giudizi severi, ma li indirizzi non tanto a lotte ideologiche quanto a soluzioni utili, per tutti i generi. A partire da quello che, senza dubbi, oggi merita ancora più attenzione e spazio.

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