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Caos nella scuola, il sistema anti-Covid va in tilt. Il clamoroso errore sull'obbligo vaccinale

Valentina Conti
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La fine dello stato di emergenza sanitaria non semplifica le cose. Almeno a scuola. Diversi i nodi che restano da sciogliere con l'applicazione della nuova normativa. Con l'allentamento delle misure anti-contagio, intanto, dal primo aprile, se un istituto non riceve il certificato medico che dimostra la condizione di malattia di uno studente, lo stesso non può seguire in DaD. Soltanto il tampone positivo non è, infatti, più sufficiente. Inoltre, sempre dal primo aprile, altra «anomalia», è permesso ai docenti esenti da certificazione verde di poter insegnare in classe, al contrario dei non vaccinati (ora prestati ad «attività funzionali»). Non finisce qui. Perché da ieri mattina è scattato per presidi e loro delegati il controllo automatico sull'obbligo vaccinale, in vigore per la scuola fino al 15 giugno. Attuato, cioè, solo tramite piattaforma ministeriale nazionale SIDI (Sistema Informativo Dell'Istruzione), non più mediante l'App dedicata alla verifica del Green pass.

 

 

«La conseguenza - denuncia l'Associazione Nazionale Presidi del Lazio - è che da ieri, di media tre docenti per scuola a Roma e nel Lazio guariti dal Covid che hanno superato i 90 giorni, sono risultati rossi alla piattaforma. E non potendo più utilizzare l'App VerificaC19 (che prima di ieri risolveva la questione, visto che tali insegnanti risultavano verdi all'App, al Green pass rafforzato), su questi docenti - prosegue il sindacato dei capi di istituto - si è posto, dunque, il problema del doverli allontanare dalla didattica e porli a 36 ore. Ma il punto è che la loro guarigione ha una validità di 180 giorni, vale a dire dopo i 90 possono ma non devono vaccinarsi».

 

 

«Appena rossi al SIDI vanno quindi passati a 36 ore? anche se già inviata loro la lettera d'invito ad adempiere all'obbligo vaccinale entro 5 giorni?», si chiede la presidente di ANP Lazio, Cristina Costarelli, in attesa di chiarimenti sul fronte istituzionale. «Una linea che, però, - osserva la preside - lascia perplessi, dal momento che in un periodo di progressivo e quasi totale alleggerimento delle regole, ci troviamo paradossalmente a restringere delle misure che finora erano legittime, esponendoci a ricorsi certi da parte di costoro che pongono l'amministrazione in situazione di debolezza. Oltre alla difficoltà contingente di trovare supplenti e a interrompere la continuità didattica alle classi ad un mese dalla fine dell'anno scolastico e dal termine della norma sull'obbligo di immunizzazione per il personale della scuola».

 

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