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Mascherine al chiuso dal primo maggio, l'obbligo diventa un rompicapo. Al lavoro sì, al bar no... dove serviranno

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Mascherina obbligatoria al chiuso ma non ovunque. Dovremmo continuare a tenerla su naso e bocca nei luoghi di lavoro ma non in palestra e in bar e ristoranti. Sì in autobus e metropolitana ma non nei negozi o al supermercato. E dovremo indossarla al cinema, al teatro e ai concerti ma non nelle altre attività al chiuso non menzionate prima. È questo l'orientamento del governo che avrebbe deciso di prorogare "a metà" l'obbligo di mascherina dal primo maggio, una soluzione destinata a far discutere per i criteri di scelta. Basti pensare che quando andremo al bar non saremo obbligati a indossarla, ma il barista sì. 

 

La misura, secondo quanto trapela, sarà contenuta non in un decreto ma in una ordinanza del ministero della Salute. L'obbligo scatterà anche quando non sarà possibile rispettare sempre il metro di distanziamento e anche in classe. Ma non è detto. "Per quanto riguarda le scuole credo che durante le attività scolastiche, quando i nostri ragazzi e i nostri bambini sono seduti al loro banco per ascoltare l’insegnante, si possa togliere la mascherina, mantenendola invece nei momenti di aggregazione", ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. 

 

Il braccio di ferro tra aperturisti e rigoristi non è concluso all'interno della maggioranza. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha affermato: "Non abbiamo ancora deciso" sul mantenimento o meno dell’obbligo delle mascherine nei cinema e nei teatri. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha detto che "prenderemo una decisione la prossima settimana guidata da numeri, credo sia il tempo per eliminare" le mascherine "al chiuso in alcune circostanze, con un periodo di transizione dove bisognerà tenerle in alcune occasioni. Ad esempio in viaggi e in luoghi dove c’è maggiore rischio per persone, come ospedali e Rsa, ma progressivamente nel mese di maggio si arriverà all’eliminazione completa delle mascherine”. 

 

Insomma, la confusione è tanta. "L’errore più grande che è stato commesso è dare falsa sicurezza alla gente dicendo che con la mascherina si è protetti da tutto e ci si salva la vita. Ora è difficile per il Governo tornare indietro, dopo due anni che dice che l’unico strumento è la mascherina" afferma Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Per il primario l'obbligo non andrebbe differenziato sulla tipologia di luoghi ma di persone: "Bisognerebbe fare un passo indietro e dire ’la mascherina la usano quelle persone che non ne possono fare a meno perché non siamo sicuri che il vaccino le protegga in modo adeguato, gli altri decidano a seconda dei luoghi e della situazione'. Questo sarebbe un modo maturo di agire da parte di un Governo che ha veramente fiducia nei vaccini - dice Bassetti all'Adnkronos -  Continuare su questo tira e molla dell’obbligo finisce solo per svilire la mascherina e non dare adeguata importanza ai vaccini".

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