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Con o senza green pass nulla cambia. La rabbia di Gianluigi Paragone: il peggio è rimasto e il costo è insostenibile

Gianluigi Paragone
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Onestamente non comprendo l'euforia dei commentatori sul lento ritorno alla normalità. Non la comprendo perché i primi giorni della pseudo-normalità non sono diversi dagli ultimi dell'emergenza. Anzi, in alcuni casi sembra di stare esattamente dentro la stessa bolla come prima. Le cose peggiori si vedono nelle scuole. Per effetto di non si sa bene quale senso logico, i bambini della scuola dell'infanzia al di sopra dei sei anni dovranno indossare la mascherina, un obbligo che esce fuori adesso che l'emergenza è finita. Perché allora prima no e ora sì? Boh. Lo spiegheranno alle mamme che già sono - comprensibilmente sul piede di guerra: che senso ha costringere i bambini a tenere le mascherine sul viso per tutta la durata delle lezioni ora che dovremmo tornare alla "normalità"?

 

 

Tra l'altro sulle mascherine finalmente arrivano le prime conferme ai dubbi che avevamo all'inizio della questione. Dopo aver registrato il ritiro di alcuni lotti dei dispositivi di protezione realizzati da Fca e diffusi nelle scuole dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ora sappiamo che Arcuri e diversi suoi collaboratori potrebbero finire a processo proprio per l'approvvigionamento delle mascherine e il relativo pagamento. Perché il ministro Speranza non ha mai risposto alle (mie) interrogazioni in merito? Il senso delle decisioni sfugge anche di fronte alle parole del ministro Bianchi rispetto al personale non vaccinato che rientrerà a scuola ma non a contatto coi ragazzi: «Sarebbe stato diseducativo», ha detto. E perché mai? Cosa c'è di diseducativo? Essersi opposti a un obbligo studiato sulle categorie professionali? Non aver obbedito a Draghi? Beh, questo fa capire lo spirito del governo rispetto ai diritti, diritto del lavoro in testa.

 

 

Nulla potrà tornare come prima fintanto che la logica del lasciapassare resta in piedi e l'atteggiamento punitivo non scompare dalle decisioni dell'esecutivo. Nelle scuole, anche ora che l'emergenza è finita, stiamo assistendo a una specie di regolamento dei conti tutto a discapito della serenità dei bambini, degli adolescenti e dei genitori. Tanta normalità infine non si vede laddove si costringono le persone a vaccinarsi nonostante un green pass ancora valido (sta accadendo per diversi operatori nella scuola e soprattutto nella sanità), oppure si impone il tampone a proprie spese per andare a lavorare, senza badare ai soldi che le famiglie stanno cacciando per far fronte alle bollette, al caro benzina e più in generale al caro-spesa. Se come dicono vogliono ritornare alla normalità, nella normalità non si chiedeva alle persone di dimostrare di essere sani per andare a lavorare. Invece è quel che accade anche oggi. E il costo è diventato insostenibile.

 

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