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Ucraina, "dove finiscono i deportati di Mariupol": la tragica denuncia dall'assedio russo

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Nel ventiquattresimo giorno di guerra, per la prima volta, le forze russe hanno impiegato missili balistici ipersonici Kinzhal. Ma l’offensiva russa appare in una fase di stallo sulla maggior parte dei fronti: pochi passi in avanti tranne che a Mariupol dove le forze russe sono entrate in città, si combatte nelle strade e i bombardamenti impediscono le operazioni per trarre in salvo le persone intrappolate nel teatro bombardato. Le autorità ucraine hanno ammesso di non avere alcuna possibilità di rafforzare la difesa della città dove l’esercito russo ha quasi completamente distrutto l’acciaieria Azovstal, una delle più grandi d’Europa. Ma la cattura di Mariupol, porto importante e lo snodo principale del mare di Azov, sarebbe una vittoria fondamentale per la Russia, che finora non è riuscita a conquistare nessuna delle principali città; e consentirebbe a Mosca di liberare le sue forze per accerchiare le unità dell’esercito ucraino nelle regioni orientali e spingerle ulteriormente verso la capitale ucraina.

 

Gli occupanti russi stanno costringendo i residenti di Mariupol a partire per la Russia, ha dichiarato il servizio stampa del consiglio comunale. I residenti di Mariupol catturati sono stati portati in campi, dove i russi hanno controllato i telefoni e i documenti delle persone. Dopo l’ispezione, alcuni residenti di sono stati reindirizzati in città remote della Russia, mentre il destino di altri rimane sconosciuto. "Quello che gli occupanti stanno facendo oggi è familiare alla generazione più anziana, che ha assistito agli orribili eventi della Seconda guerra mondiale, quando i nazisti hanno catturato con la forza le persone. È difficile immaginare che le persone vengano deportate con la forza, nel 21esimo secolo. Non solo le truppe russe sono distruggendo la nostra pacifica Mariupol, ma sono andati oltre e hanno iniziato a deportare i residenti di Mariupol. Tutti i crimini di guerra della Russia dovrebbero essere puniti più severamente", ha affermato il sindaco della città ucraina, Vadym Boychenko. 

 

Altrove invece le truppe russe stanno registrando scarsi progressi: nel Nord-Est, a Sumy, la città è quasi circondata ma non ancora isolata; Karkhiv, seconda città del Paese, è ancora cinta d’assedio e bersaglio di pesanti bombardamenti; scarsi progressi anche a Chernihiv, nel Nord. Anche a Kiev la situazione è in stallo: da giorni le truppe russe sono schierate a qualche decina di chilometro dal centro ma incontrano una feroce resistenza. Secondo il ministro della Difesa britannico, l’esercito russo continua a lottare con problemi logistici, legati non solo alla distanza tra le linee ma ai costanti attacchi ucraini alle catene di approvvigionamento: la Russia è stata costretta a "cambiare il suo approccio operativo e ora sta perseguendo una strategia di logoramento". 

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