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Ucraina, Massolo gela tutti: i negoziati sono inesistenti, ecco perché Putin non si fermerà. Lo scenario più fosco

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Per Il generale Carlo Jean un autocrate se perde il posto perde anche la pelle a martedì 8 marzo, nello studio de l'Aria che tira, il programma di La7 condotto da Myrta Merlino, si parla della reale strategia di Vladimir Putin nella guerra in Ucraina. L'ambasciatore Giampiero Massolo non è affatto ottimista: "In Russia è difficile andare in pensione, per chi lascia un incarico come quello..." afferma il presidente dell'Ispi. 

 

Il presidente ucraino Volodymyr Zeelensky ha aperto a una possibile trattativa "mostrando una disponibilità al dialogo, ma dall'altra parte si vuole con tutta evidenza una resa", inaccettabile per Kiev, commenta Massolo. Putin in buona sostanza vuole un cambio di regime, il riconoscimento dell'annessione della Crimea e delle due repubbliche che solo lui finora ha riconosciuto, nel Donbass. Non solo: "Il consolidamento di un area di influenza russa e la neutralizzazione perpetua dell'Ucraina, quindi la non determinazione autonoma a una politica estera", ricorda l'ambasciatore.

 

Per ottenere tutto questo Putin "ha fatto delle finte offerte di negoziato andate come sono andate". Ora c'è la guerra e "lui non si fermerà fino a che non avrà raggiunto una situazione sul terreno sufficiente o funzionale ai suoi obiettivi", dice il capo dell'Ispi secondo cui "in questo momento vedo praticamente inesistenti dei margini di trattativa".

 

Insomma Putin non ha alcuna ragione per cominciare a trattare adesso prima che si chiarisca la situazione sul terreno, "viceversa l'occidente ha tutto l'interesse a cambiare questa situazione sul terreno armando gli ucraini gli ucraini, che stanno dimostrando delle virtù eroiche, peraltro storicamente conosciute". Putin, rimarca Masssolo, si è preso un rischio molto rilevante e "quello a cui stiamo assistendo in questo momento non sono negoziati, ma tentativi di buon ufficio" come quello mediato dal  primo ministro israeliano Bennett o del leader turco Erdogan. "Viviamo un dramma sanguinoso e auspico che il responsabile paghi un prezzo altissimo ma il mondo non è come lo vorremmo", conclude amaramente Massolo. 

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