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Ucraina, Papa Francesco implora Vladimir Putin: “La guerra è una pazzia, fermate questa crudeltà”

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Un appello «accorato» perché si fermi l’orrore della guerra in Ucraina e si aprano «per davvero» i corridoi umanitari per salvare i civili anche con la mediazione della Santa Sede, disposta a mettersi al servizio della pace. La voce di Papa Francesco risuona nella piazza davanti ai fedeli riuniti a San Pietro con bandiere ucraine e della pace e scandisce a chiare lettere il suo pensiero: «La guerra è una pazzia. Fermatevi, per favore, guardate questa crudeltà». Il Pontefice non usa mezzi termini neanche quando, al termine dell’Angelus, si rivolge al mondo per parlare del conflitto in corso a Kiev. «In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime, non si tratta solo di un’operazione militare ma di guerra che semina morte, distruzione e miseria», dice il Pontefice, citando le parole dello stesso Vladimir Putin che definisce l’invasione una «operazione militare speciale».

 

 

Dalla finestra, Bergoglio ricorda le vittime «sempre più numerose così come le persone in fuga, specialmente mamme e bambini» e sottolinea come cresca «drammaticamente di ora in ora la necessità di assistenza umanitaria». Per questo rivolge il suo «accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari e sia garantito e facilitato il soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura». «La Santa Sede è disposta a fare di tutto, a mettersi a disposizione, per la pace», dice ancora il Papa che rivela di aver mandato in Ucraina nei giorni scorsi due cardinali, il polacco Konrad Krajewski, elemosiniere, e il canadese Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale. Una presenza, la loro, che vuole essere non solo un supporto alla popolazione martoriata, ma anche il segno della disponibilità a intavolare il dialogo di cui la pace ha bisogno.

 

 

«Imploro che cessino gli attacchi armati, prevalga il negoziato e prevalga anche il buon senso, e si torni a rispettare il diritto internazionale», scandisce ancora il Pontefice che non dimentica l’altro aspetto crudele del conflitto: la censura che si è abbattuta sui media russi e il pericolo che corrono i giornalisti al fronte. «Voglio ringraziare le giornaliste e i giornalisti che, per garantire l’informazione, mettono a rischio la propria vita. Grazie, fratelli e sorelle, - dice mentre i fedeli si lasciano andare a un lungo applauso - per questo vostro servizio che ci permette di essere vicini al dramma di quella popolazione e di valutare la crudeltà di una guerra».

 

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