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La curva del Covid scende ancora. L'allarme resta: "La pandemia non è finita"

Andrea Capello
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Mentre l'Europa vede allentarsi la morsa del Covid il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) avverte che la pandemia «non è finita». Secondo la direttrice Andrea Ammon infatti è «probabile» che il virus «rimanga fra noi» e non è assolutamente detto che Omicron sia «l'ultima variante che vedremo». Per questo motivo, se si vuole raggiungere una riduzione della contagiosità resta necessario mantenere le mascherine «al chiuso e nei luoghi dove non c'è distanziamento». Per non farsi sorprendere nuovamente dal covid occorre quindi tenere alta la soglia di attenzione. «Abbiamo imparato molto ma non direi che sappiamo già tutto su questo virus - sottolinea dobbiamo intensificare la sorveglianza e migliorare il sequenziamento per individuare le varianti il prima possibile».

 

 

Nel frattempo in Italia la curva continua a scendere. I nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono 62.231 con 269 decessi e un tasso di positività in leggero rialzo al 10,6% (+0,5%) con 587 mila tamponi effettuati. Buone notizie giungono dagli ospedali dove il saldo giornaliero è di -514 ricoveri in area medica e -42 in terapia intensiva. Nel monitoraggio esteso settimanale l'Iss mette in luce come nel periodo compreso fra il 17 dicembre e il 16 gennaio la mortalità fra i non vaccinati sia nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da 120 giorni e circa 23 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster. Per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazione invece per i non vaccinati risulta essere sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da 120 giorni e circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster. Per quanto riguarda le somministrazioni in età pediatrica, dove la campagna è iniziata lo scorso 16 dicembre, si registra una copertura con una dose pari al 13,8% della platea vaccinabile e con due dosi pari al 21,5%.

 

 

Dall'inizio dell'epidemia fino al 9 febbraio nella fascia di età 0-19 anni ci sono stati 13.632 ospedalizzati, 323 ricoverati in terapia intensiva e 44 deceduti. Fra questi nelle ultime ore c'è un paziente di 10 anni di Pomezia ricoverato al Bambino Gesù di Roma dallo scorso 31 gennaio. Il bimbo presentava una comorbidità importante, compromessa purtroppo in modo decisivo dall'infezione. Una morte per la quale il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, esprime «profondo dolore» mentre l'ospedale pediatrico rinnova l'invito al proseguire nella vaccinazione anti-covid dei bambini e dei ragazzi «per proteggere tutti, anche i più fragili, dai rischi della malattia». 

 

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