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Tamponi, "il quantitativo è la nuova frontiera dei test". La corsa ai test di terza generazione

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Valeria Di Corrado
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I centri analisi privati sono un altro prezioso punto di riferimento per il cittadino per la diagnosi del Covid-19. «Ognuno sceglie la marca di tampone che preferisce, in base alla qualità del prodotto e al prezzo. Un kit può variare da 1,50 euro a 6 euro», sottolinea Mariastella Giorlandino, amministratrice unica della Rete Artemisia Lab (che conta 23 centri clinici e diagnostici nel Lazio) e referente per l'area tamponi di Feder Anisap, la Federazione di associazioni regionali che coordinano 1.200 strutture sanitarie ambulatoriali private.

«Noi abbiamo scelto prodotti di prima qualità, anche perché ogni mese siamo sottoposti a controlli da parte dei Nas. È chiaro che la stragrande maggioranza dei tamponi proviene da Cina e Giappone - conferma l'imprenditrice - Noi facciamo sia i molecolari che gli antigenici quantitativi, che sono i cosiddetti tamponi di terza generazione. Costano 22 euro e sono attendibili, esattamente come i molecolari. In più forniscono informazioni anche sulla carica virale. Però vanno eseguiti sotto cappa, da un microbiologo».

«Purtroppo, fin dai primi giorni del mese di dicembre si è registrato un aumento esponenziale dei contagi: sotto Natale siamo arrivati a diagnosticare nei nostri centri analisi fino a 300 positività al giorno - spiega Mariastella Giorlandino - Adesso, per fortuna, stiamo andando verso la fine del virus. Per due anni, però, hanno confuso la popolazione. Sarebbe stata necessaria un'informazione univoca e chiara, che contribuisse a rendere più consapevoli le persone, del fatto che anche i vaccinati sono a rischio contagio e soprattutto che i soggetti obesi, diabetici e con vasculopatie o altre gravi patologie debbano prestare molta attenzione. È stato un errore consentire alle persone di partecipare a feste e momenti conviviali per il solo fatto di avere eseguito un tampone antigenico rapido qualitativo presso le farmacie, poiché se questi vengono eseguiti senza rispettare la corretta tempistica (8/9 giorni dal presunto contatto o contagio) rischiano di fornire una risposta falsamente negativa, consentendo a soggetti positivi ma asintomatici di diffondere inconsapevolmente il virus, affollando conseguentemente i pronto soccorso. Se si continua con questa modalità sicuramente assisteremo ad un'ulteriore ondata di contagi».

«Alla luce di questa situazione - conclude Giorlandino - ci si chiede il motivo per cui ai laboratori privati, per essere autorizzati all'esecuzione dei tamponi antigenici quantitativi, sia stata richiesta una specifica autorizzazione per la specialità della microbiologia, la presenza di un biologo, di aree dedicate e l'utilizzo di particolare strumentazione (cappe e centrifughe), mentre le farmacie sono state autorizzate senza il possesso di tali requisiti».

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