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Mario Draghi e Roberto Mancini, le due stelle azzurre ci riprovano nel 2022

Riccardo Mazzoni
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Chi saranno gli italiani protagonisti nel 2022? In questi tempi oscuri di pandemia, in cui non solo gli oroscopi, ma anche la scienza balbetta previsioni troppo spesso azzardate, la risposta è più complicata di sempre. Il condizionale è dunque d’obbligo, perché le variabili sono molteplici, e sempre più strettamente legate alle varianti del Covid, ormai stabili convitate di pietra della politica, dell’economia e dei rapporti internazionali.

 

Da questa babele di incognite non si salva nemmeno SuperMario Draghi, che pure è l’italiano di gran lunga più stimato nel mondo, che dopo quasi un anno di governo resta saldo al primo posto negli indici di gradimento, ma per il quale l’anno che verrà ha cominciato a prendere le sembianze di un rebus. Resterà a Palazzo Chigi o salirà al Quirinale? Il quesito sta dilaniando i partiti, ma c’è la ragionevole certezza che alla fine non potranno disfarsi della Sfinge che è sì lo specchio della loro impotenza, ma ha saputo guidarli con mano ferma nell’impresa di trasformare l’annus horribilis iniziato con le macerie del governo rossogiallo in una stagione di rinascita, con l’Italia portata ad esempio come modello virtuoso perfino dal Financial Times.

 

Un’immagine scalfita, alla fine, dal mezzo passo falso della conferenza stampa di fine anno e dalla gestione di una legge di bilancio innovativa ma poi malamente deviata sui binari di una legge mancia da una ridda di mediazioni estenuanti e di appetiti parlamentari. Ora la rivolta della sua maggioranza, che gli sta sbarrando la strada del Colle alla ricerca di un’improbabile altra soluzione condivisa, segna la sete di rivincita dei partiti, ma liberarsi totalmente di lui sarebbe un autodafè in termini di credibilità internazionale (e probabilmente di spread), oltre che un salto nel buio di cui sarebbe arduo assumersi la responsabilità. Anche perché l’italiano che da presidente della Bce salvò l’euro dal collasso con l’ormai storico whatever it takes è il più autorevole candidato a diventare il leader de facto dell’Ue dopo l’era Merkel, con il nuovo governo tedesco ancora in rodaggio e Macron alle prese con una complicata rielezione. Chi meglio di lui saprebbe gestire i soldi del Pnrr e la trattativa sulla riforma del patto di stabilità? Si può insomma prudentemente scommettere che il «nonno al servizio delle istituzioni» rivestirà, in un modo o nell’altro, un ruolo da protagonista anche nel 2022.

Dopo un incredibile anno di successi dello sport italiano, un altro personaggio su cui puntare, incrociando le dita, è Roberto Mancini, che si trova a vivere un autentico paradosso: dopo aver trascinato la Nazionale a una vittoria insperata nell’Europeo di calcio, che gli è valso il riconoscimento di miglior allenatore del 2021, avendo fallito la qualificazione diretta al Mondiale del Qatar, ora è chiamato a una difficile prova del riscatto. In caso di sconfitta ai playoff di marzo, con la finale da giocare presumibilmente in casa di Cristiano Ronaldo, l'Italia mancherebbe infatti per la seconda volta di fila l’appuntamento dei Mondiali, e per lui questa resterebbe una macchia indelebile. Dopo l’irresistibile cavalcata verso il trionfo di Wembley, la sorte sembra avergli voltato le spalle: a qualificazione data ormai per acquisita, nel doppio confronto con la Svizzera gli è andato tutto storto, con i due rigori falliti da Jorginho, ma lui si dice certo di farcela: «È proprio nelle difficoltà che bisogna essere forti», ha detto. Il suo sogno dichiarato è l’accoppiata Europeo-Mondiale, <CW5>ma prima bisogna arrivarci, Eupalla permettendo.

Infine, sicuri protagonisti del 2022 saranno, loro malgrado, medici e infermieri impegnati nella trincea pandemica degli ospedali, e gli auguriamo di poter tornare prima possibile al loro lavoro ordinario. Ma cruciale nella lotta al Covid continuerà ad essere anche la ricerca, e l’auspicio è che i supercomputer italiani, considerati un’avanguardia mondiale, possano fornire un contributo decisivo per mettere a punto i trattamenti terapeutici per i malati, che sono necessari e urgenti alla pari dei vaccini. Individuare le molecole più appropriate è infatti fondamentale per salvare vite umane. Cosa possono fare i supercomputer? Nel giro di pochi millisecondi scansionano grandi quantità di dati per analizzare la composizione del virus e verificano se le molecole presenti nei farmaci disponibili possono combatterlo. C’è una frontiera tecnologica anti Covid che passa dall’Italia, un fiore all’occhiello che merita di essere rimarcato.
 

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