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Anche l'Italia dice sì a Novavax. Giorgio Palù (Aifa): ha un vantaggio fondamentale, colpo di grazia al Covid?

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Dopo il via libera dell'Ema si accende, come previsto, la luce verde dell'Aifa, l'agenzia italiana del farmaco, La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) nella riunione di oggi, 22 dicembre, ha approvato l’utilizzo del vaccino Nuvaxovid, ossia il siero prodotto da Novavax, e lo ha reso così disponibile nell’intera indicazione autorizzata dall'ente europeo dei medicinali per i soggetti di età uguale o superiore ai 18 anni.

 

La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. Non per il la terza dose booster, dunque. I dati disponibili, rileva la commissione, sul vaccino Nuvaxovid hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia COVID-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale.

 

"Il Paese ha bisogno di essere confortato e rassicurato in quella che può essere l’evoluzione di quelli che sono gli strumenti forniti dalla scienza e dall’industria farmaceutica per fronteggiare la pandemia" aveva commentato il presidente dell’Aifa e membro del Cts Giorgio Palù, a Sky Tg 24 qualche ora prima dell'ok dell'ente italiano. Il vaccino Novavax "è un’ulteriore arma potente perché prodotto con una proteina ricombinante, che permette di avere una titolazione più certa della proteina e un dosaggio che rimane più a lungo e soprattutto una maggiore facilità di somministrazione. Ha dimostrato un’efficacia di oltre l’89% nel proteggere dal covid sintomatico". "Sarà distribuito in oltre un miliardo e mezzo di dosi con il sistema Covax nei Paesi in via di sviluppo. È un vaccino che non necessita della catena del freddo, può essere tenuto a temperatura ambiente per mesi. È un vantaggio perché non dobbiamo vaccinare solo l’occidente, c’è una necessità planetaria di vaccini". 

 

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