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Basta liturgia del terrore, Vaia spara sui catastrofisti Covid

Federica Pascale
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“Per me questa litania quotidiana del bollettino è da eliminarsi assolutamente. Non serve a nulla, tranne che a spaventare le persone.” Lo dice il professor Francesco Vaia, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, ospite di Nicola Porro nella puntata di lunedì 20 dicembre di Quarta Repubblica su Rete4.

Si dovrebbero monitorare con attenzione ospedalizzazioni e terapie intensive, invece di concentrarsi solo sui contagi. “Quello che dobbiamo osservare sempre di più sono le ospedalizzazioni, in particolare quelle con degenza per malattia grave” afferma Vaia, e denuncia la mancata predisposizione di personale per le necessarie terapie domiciliari di tutti coloro che sono risultati positivi al covid ma potrebbero evitare di recarsi in ospedale. “Per esempio, nel Lazio, abbiamo messo in campo una task force per fare le terapie che facciamo in ospedale a casa. In questo modo, le persone non sono costrette ad andare in ospedale e possono essere curate a casa con i monoclonali".

Non esiste solo il vaccino, dunque. “Abbiamo due strumenti, non alternativi ma complementari. Il vaccino s’è dimostrato uno strumento importante e va utilizzato” ma esistono delle alternative, ad esempio i monoclonali o il plasma iperimmune. “Spaventare paga di più!” incalza Porro da studio, e il professore chiarisce: “Abbiamo bisogno di serenità ed equilibrio. La scienza deve guidare questo percorso, e convincere senza spaventare".

Oggi l’EMA ha approvato un nuovo vaccino, l’americano novavax. “Può essere molto utile per le persone che hanno avuto delle reazioni allergiche importanti all’RNA” rassicura il professore. Certo, se i vaccini a disposizione non sono “aggiornati” e proteggono soltanto dalle varianti “vecchie”, non basteranno. “Abbiamo bisogno di un vaccinato aggiornato!”

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