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Arrestato Luca Lucci per traffico internazionale di droga. Tutti i guai e i trucchetti del capo ultras della Curva Sud del Milan

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Il capo ultras del Milan Luca Lucci è stato arrestato per droga: non solo leader della Curva Sud rossonera, ma anche trafficante internazionale di cocaina, marijuana e hashish. Erano queste le attività che impegnavano '24 ore su 24' Lucci, volto notissimo della tifoseria milanista, arrestato oggi nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla squadra Mobile di Milano e coordinata dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Leonardo Lesti, che ha portato ad altre 8 ordinanze di custodia cautelare per spaccio di droga. L'indagine nasce dall'agguato scattato nel marzo 2019 in via Cadore a Milano. L'obiettivo è il trafficante Enzo Anghinelli, colpito alla testa mentre si trovava in auto e scampato alla morte per un soffio. E si è allargata fino al Marocco e al Sud America. Lucci, che nel dicembre 2018 - alla festa per i 50 anni della curva Sud - è stato immortalato con l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini - è un nome noto alle forze dell'ordine. Già dal 2008 era stato segnalato in indagini per droga, e sempre per droga ha patteggiato una condanna. Il nome del capo ultrà "è emerso in diverse indagini come soggetto implicato nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dalla criminalità organizzata, essendo stato più volte segnalato quale affidabile intermediario ovvero acquirente di grossi quantitativi riservati alla vendita al dettaglio", scrive il gip Fabrizio Filici in un passaggio dell'ordinanza cautelare.

 

 

Lucci è stato anche condannato per aver sferrato un pugno, nel derby Milan-Inter del 15 febbraio 2009, al tifoso interista Virgilio Motta facendogli perdere un occhio. Lo scorso luglio è stata disposta nei suoi confronti l'applicazione della misura di sorveglianza speciale con divieto di dimora nei comuni di Milano e Sesto San Giovanni per anni tre. Ed è anche stato disposto il sequestro del ritrovo dei tifosi rossoneri Clan 1899, che usava come base di spaccio. La certezza di non essere ascoltati dalle autorità deriva dal fatto che il capo ultrà tra il 2018 e il 2020 per comunicare usava cellulari criptati "BQ Aquaris - chiarisce il gip - con utenze olandesi emesse dal gestore KPN" ad un complice. Per comunicare con il resto della banda usava la rete Encrochat, 'bucata' in un'operazione dell'Europol nel luglio del 2020 e da allora intercettata dalla polizia. Lucci, che si faceva chiamare "il Toro" o “Belvaitalia”, scambiava messaggi e chiamate - senza troppe precauzioni - con gli altri indagati. Sei di loro, come Lucci, erano assidui frequentatori della curva del Milan. Tra questi, oltre a Lucci, anche Rosario Calabria, titolare del ristorante i Malacarne di Cologno Monzese - storico ritrovo dei milanisti - e il calabrese Rosario Trimboli, detto Saro o Ghost. Gli inquirenti ipotizzano anche contratti con le famiglie calabresi di Platì.

 

 

Cosa facesse di preciso, non sapendo di essere intercettato, Lucci lo spiega al telefono ad un amico: "Ho mezzo milione di lavoro in Marocco". E via chat - sempre criptata - con i complici parla di un carico di cocaina in partenza dal Brasile - ben 349 chili, di cui 10 comprati da Lucci - imbarcato sulla nave cargo Msc Agadir in partenza dal porto di Santos. Un colpo talmente grosso che "se stiamo sereni mangiamo tutti e pure bene", dice in chat 'Belvaitalia'. Qualcosa però va storto e il carico sequestrato il 22 aprile 2020 dopo che i membri dell'equipaggio avevano trovato dei panetti di cocaina nella sala macchine. A dare una svolta all'indagine, nel novembre 2019, è data dall'arresto in flagranza del complice Francesco Marasco. E grazie a lui e alla lettura delle chat criptate, i pm milanesi risalgono ai vertici del gruppo. Lo stesso Marasco, qualche tempo prima, escludeva che si potesse mai arrivare a Lucci, particolarmente prudente nel gestire il suo business. Il capo ultrà "sta 24 ore su 24 sulla scrivania con le gambe sulla scrivania ed il telefono bianco...non lo beccheranno mai....", dice il complice, non sapendo invece che gli uomini della squadra Mobile milanese invece erano già sulle sue tracce.

 

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