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Piazzapulita, l'emergenza è costituzionale. Il giurista Mattei accusa il governo: gravità senza precedenti

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Tra i no vax "presentabili" per le trasmissioni tv nelle ultime settimane è salito alla ribalta Ugo Mattei, docente e giurista, alla guida della Commissione Dubbio Precauzione che si batte contro la  presunta deriva autoritaria rappresentata dalle misure del governo. Giovedì 16 dicembre il professore spiega le sue ragioni a Corrado Formigio nel corso di Piazzapulita, il programma di La7, subito dopo alcuni servizi che illustravano la difficile realtà di molti reparti Covid. 

 

"Io faccio di mestiere il giurista per cui quando vedo questi reportage provo simpatia umana come giusto fare per tutte le persone che stanno male e che soffrono, siano esse vaccinate o no" dice Mattei. "L'unica cosa che per la quale sono davvero preoccupato e che non si parla mai di quelle che sono le gravissime conseguenze sul piano giuridico costituzionale di questo genere di informazione che viene fatta" attacca il giurista. 

 

"Buona parte delle persone che hanno paura" del vaccino tanti Covid "sono state in qualche modo vittimizzate da due anni di un battage televisivo e mediatico davvero molto forte psicologicamente, devastante". Ci sono sicuramente "degli elementi gravi e preoccupanti ma non sufficienti a fare quello che il nostro governo ha appena fatto, ossia di prorogare lo stato di emergenza fino alla fine di marzo andando quindi oltre perfino quel limite dei due anni che la legge sulla protezione civile che era stata utilizzata per giustificarlo" dice Mattei, Questo "è di una gravità senza precedenti dal punto di vista costituzionale e giuridico". 

 

Per Formigli va bene ragionare su questi temi, ma non si deve mettere in dubbio i risultati ottenuti con la vaccinazione di massa. "Non voglio parlare dell'emergenza sanitaria ma di quella che è un'emergenza molto importante", ossia "il fatto che le condizioni scientifiche sottostanti alle conseguenze giuridiche costituzionali che sono state prese non sono sufficientemente robuste per giustificare" la forzatura della proroga. 

 

 Di che parla il giurista? In Italia oggi a fronte di 9.068 posti disponibili in terapia intensiva ce ne sono occupati 863, quindi siamo molto sotto una situazione di rischio". Ci saranno sicuramente criticità locali ma le "leggi nazionali e l'organizzazione della cosa pubblica non si possono basare su esperienze, per quanto drammatiche, che avvengono in uno piuttosto che in quell'altro posto".

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