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La cura coi monoclonali si farà a casa. Palù lo svela alle Camere. Ecco quando

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Mascherine, distanziamento, vaccini e... cure. La lotta al Covid corre su due binari: da una parte le misure di contenimento, dall’altra i sieri e le cure su cui, da quasi due anni, lavorano studiosi e virologi di tutto il mondo.

Mentre la campagna vaccinale viaggia verso le 100 milioni di dosi, il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, annuncia l’arrivo, a breve, di nuove possibilità di cura per i malati, a cominciare da farmaci monoclonali sommininistrabili anche in casa, per via sottocutanea o intramuscolare. Sono medicinali «diretti contro la proteina S, la stessa utilizzata per indurre una risposta anticorpale nei vaccini - spiega Palù durante l’audizione in commissione Affari Costituzionali, al Senato - e riescono a neutralizzare con altissima efficacia il virus», «bloccando l’infezione e non solo la malattia».

L’Agenzia italiana del farmaco sta valutando due nuovi antivirali specifici, ovvero il Molnupiravir e un inibitore delle proteasi, entrambi già approvati dall’Agenzia statunitense Fda. «Abbiamo appena ricevuto il dossier - dice Palù -. L’Ema sta ancora valutando e l’intendimendo sarebbe quello di approvviggionarsi ma sarà importante studiare i dati». L’autorizzazione, come già avvenuto lo scorso anno per le cure monoclonali, potrebbe arrivare, in via emergenziale, prima in Italia che dall’Agenzia europea.

L’arma più importante contro il virus restano i vaccini che, spinti dalle nuove restrizioni legate al green pass, procedono su una media di quasi 30 mila nuovi immunizzati al giorno, mentre le terze dosi hanno abbondantemente superato i 9 milioni.

La prossima settimana partiranno le immunizzazioni per i ragazzi di 5-11 anni ed è grande l’impegno delle istituzioni sul fronte della comunicazione: i dati dimostrano come, proprio nei bambini, si registri in questa fase «il massimo incremento di casi», dice Palù, inoltre se un anno fa tendevano a infettarsi, dopo la diffusione delle varianti la situazione è completamente cambiata. «I bambini si infettano molto di più - avverte - e possono avere conseguenze gravi. I dati parlano di 1 su 100 bambini che viene ospedalizzato e 1 su 4000 che va in rianimazione». Per questo, conclude, anche la vaccinazione dei più piccoli è fondamentale.

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