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Otto e mezzo, Antonella Viola stende l'esitante Andrea Crisanti sul vaccino ai bambini: non ha le competenze

Giorgia Peretti
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Un duro affronto quello di Antonella Viola nei confronti di Andrea Crisanti, a "Otto e Mezzo", lunedì 29 novembre. Il tema sul tavolo di Lilli Gruber è la variante Omicron, che monopolizza l’attenzione di scienziati e no. Con il diffondersi della nuova mutazione del virus, la strada del vaccino sembra delinearsi sempre più; compresa quella che riguarda la fascia di popolazione sotto i dodici anni. Tutto pronto per la vaccinazione ai bambini dai 5 anni in su, il via è programmato per il prossimo 23 dicembre ma la decisione di immunizzare con il siero anche i più piccoli sembra dividere gli esperti. Antonella Viola, immunologa e direttrice dell’Istituto città della Speranza non sembra condividere i dubbi espressi dal collega microbiologo Andrea Crisanti sul vaccino ai bimbi, che proprio nelle scorse ore ha fatto sapere di essere un “attendista” ribadendo che sarebbe ragionevole aspettare i dati di Israele per capire quanto sono sicuri.

 

 

Una dichiarazione che la conduttrice del salotto di La 7, sottopone alla sua ospite, la quale non sembra nutrire alcun pensiero al riguardo: “Lui ha espresso legittimamente una sua posizione. Ma quando parliamo di scienza noi la stiamo rappresentando e a quel punto io cerco di portare avanti le idee condivise dagli esperti. Quando l’FDA, l’EMA e la società Italia di pediatria lo approvano chi sono io come singolo per dire che non va bene? Per me non c'è il minimo dubbio che quando parliamo di vaccini devono parlare, gli immunologi, i pediatri e le persone che nella loro carriera scientifica si sono occupate di questo”.

 

 

 

Poi sottolinea: “le competenze sono diverse, so che per il grande pubblico è difficile capire questo ma ci sono competenze diverse”.  A chi sostiene che i rischi dei vaccini siano maggiori dei benefici, nei bambini la Viola non lascia spazio a dubbi: “Non è vero assolutamente. I rischi dell'infezione sono maggiori rispetto al vaccino. Gli ultimi numeri dell'Istituto Superiore di Sanità davano 5.800 bambini che hanno avuto bisogno del ricovero ospedaliero, non sono pochi. Un bambino piccolo che va in ospedale e viene rinchiuso per giorni o che addirittura va in terapia intensiva è un trauma che noi dobbiamo abbiamo il dovere di evitare ai nostri bambini”. Nessuna via d’uscita, per la virologa “non c'è modo migliore di proteggerli se non attraverso una vaccinazione perché il virus come il Sars-Covid 2 è un virus subdolo, le cui conseguenze non possiamo conoscerle e rispetto al vaccino non c'è il minimo dubbio: si sceglie il vaccino”.

 

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