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Affari farmaceutici per Federica Draghi. Dove investirà la figlia manager di SuperMario

Chris Bonface
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Si chiama “Xgen Venture Life Science”, anche se al momento non è ancora operativo e attende le necessarie autorizzazioni della Banca di Italia e della Consob. Una volta ottenutele, sarà un “fondo comune di investimento alternativo di diritto italiano, mobiliare, di tipo chiuso, riservato, rientrante nella categoria dei fondi per venture capital qualificati”, e diventerà il nuovo impegno professionale di Federica Draghi, la riservatissima primogenita del presidente del Consiglio, Mario Draghi e della sua consorte, Serena Cappello.

 

Federica da tempo ha in parte seguito come il fratello Giacomo in parte le orme del padre, diventando manager con una predilezione per il settore biochimico. D'altra parte si è laureata in biologia alla Sapienza, conseguendo un dottorato in biochimica e poi aggiungendo un MBA in business administration alla Columbia Business school di New York. Cresciuta in una delle grandi firme della biotecnologia in Italia, Genextra, la primogenita di Draghi ha fondato la scorsa primavera il gruppo Xgen partners di cui ha il 30% del capitale insieme a Daniele Timothy Scarinci (30%) e Paolo Fundarò (40%). Con la società nel giugno scorso è stata fondata anche la Xgen sgr (le quote sono le stesse) in attesa delle autorizzazioni ad operare, alla cui presidenza è stato chiamato Carlo Marchetti, che è anche consigliere di amministrazione della Fc Internazionale Milano (la squadra di calcio Inter) e della Colussi. E insieme hanno progettato il lancio del fondo Life science che secondo verbale del consiglio amministrativo del 5 agosto scorso della sgr, avrà “una politica di investimento focalizzata su start-up e Pmi innovative ad alto contenuto tecnologico e/o in grado di definire nuove tecnologie, categorie e/o evoluzioni di prodotto nel settore life science, con particolare focus sulle imprese impegnate nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove terapie, farmaci, dispositivi medici, applicativi diagnostici e soluzioni nel campo digital healthcare”. Il Fondo quindi investirà nel farmaceutico e para-farmaceutico oltre che nel settore biotecnologico, settori che sono ritenuti di vitale importanza anche dal governo presieduto da papà. Bisognerà stare attenti ai possibili conflitti di interesse sempre in agguato, tanto più che la nuova avventura finanziaria è stata decisa dopo lo sbarco di superMario a palazzo Chigi. 

 

Del fondo come della Sgr Federica è consigliere delegato e “Key manager”. Nella prima funzione la delega principale ricevuta è quella alle relazioni istituzionali, anche se relative soprattutto al settore di investimento. La Draghi jr infatti dovrà secondo i compiti che le sono stati affidati “presentare al consiglio di amministrazione le opportunità di sottoscrivere, modificare o risolvere accordi di collaborazione con le imprese, le università, i parchi scientifico-tecnologici e i centri di ricerca”, e ovviamente “gestire i rapporti” con le stesse istituzioni, “finalizzati allo sviluppo di opportunità e idee di investimento per i Fia (fondi di investimento alternativi) istituiti e gestiti dalla società”. Come Key Manager del fondo Federica Draghi avrà anche la delega sul personale, con il potere di fare assunzioni, ma anche di trasferire e licenziare gli eventuali dipendenti, e il dovere di pagare a loro lo stipendio. Insieme agli altri due soci dovrà anche “porre in essere ogni attività necessaria per promuovere e collocare le quote del Fondo” e “sottoscrivere ogni dichiarazione, atto o documento, nonché compiere tutte le attività e gli adempimenti cui il Fondo e la società di gestione del risparmio, in qualità di gestore dello stesso, siano tenuti per legge nei confronti delle autorità di vigilanza, delle camere di commercio e in genere delle pubbliche amministrazioni dello Stato”. 

 

Resta solo da attendere l'ok di Bankitalia e Consob, che hanno ricevuto tutta la documentazione necessaria all'autorizzazione e devono solo più dare un via libera o bocciare la richiesta, ipotesi sulla carta possibile. Ma assai improbabile.

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