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Ciro Grillo, l'ipotesi della droga dello stupro. Giulia Bongiorno deposita la consulenza bomba

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Un nuovo aspetto, mai uscito fuori finora, emerge dall'inchiesta che vede Ciro Grillo, il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe grillo, e tre suoi amici ( Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria) di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza, oggi 21enne, durante una vacanza in Sardegna. 

 

A lanciare una nuova ipotesi quella notte, tra il 16 e il 17 luglio del 2019, nella villa di famiglia Grillo a Cala di Volpe, Porto Cervo, è il professor Enrico Marinelli che ha redatto una consulenza medico legale depositata in vista dell'udienza preliminare di venerdì 5 novembre, a Tempio Pausania. Venti pagine compilate  "nell'interesse" della vittima, scrive il Corriere della sera che riporta il contenuto del documento.

 

"In linea puramente teorica - si legge nella consulenza del tecnico - non è possibile escludere l'uso di sostanze di questo tipo, prima o in associazione con l'alcol" Il riferimento, spiega il quotidiano, è alle cosiddette droghe da stupro "particolarmente insidiose in quanto costituite da liquidi inodori e incolori, facilmente mescolabili alle comuni bevande, anche non alcoliche, senza che la vittima se ne possa accorgere" si legge nella relazione di Marinelli.

A depositare la consulenza a pochi giorni dell'inizio dell'udienza preliminare è stata Giulia Bongiorno, legale di Silvia, la ragazza milanese che ha denunciato lo stupro da parte dei ragazzi che aveva conosciuto poco prima al Billionaire. 

 

Insieme a lei, quella notte, anche l'amica Roberta che non è, però, una testimone oculare della presunta violenza e anzi, è diventata lei stessa vittima di atti sessuali ripresi con lo smartphone mentre dormiva. 

L'ipotesi della droga dello stupro non era mai stata sollevata prima dagli inquirenti, e ora viene avanzata come ipotesi teorica nell'ambito, generale, di  "un'amnesia senza la perdita di coscienza e la capacità di compiere azioni complesse come conversare, guidare, avere rapporti sessuali e perfino uccidere". Si ricorda inoltre che la presunta vittima ha sempre raccontato di essere stata costretta a bere della vodka mescolata con lemonsoda in una bottiglia poco prima dei fatti.

Ma la consulenza di Marinelli non dice solo questo. Il parere dell'esperto valuta il racconto di Silvia credibile e compatibile con gli approfondimenti medico legali eseguiti e considera collegate alla "costrizione fisica subita" le lesioni rilevate su braccia e gambe della ragazza al momento della denuncia, a Milano. 

 

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