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Pediatri del Lazio in rivolta contro Nicola Zingaretti. Niente medici nelle scuole nonostante le fanfare

Antonio Sbraga
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Da un anno continua ad andare in “bianco” l’annunciato ritorno dei camici bianchi all’interno dei plessi scolastici laziali: «Che fine ha fatto il medico scolastico delle scuole del Lazio? A quasi un anno dall’annuncio, in Consiglio regionale, della reintroduzione della figura sanitaria da parte dell’allora consigliera Roberta Lombardi, dei colleghi da impiegare nelle scuole non c’è nemmeno l’ombra», denuncia Patrizio Veronelli, segretario regionale della Confederazione italiana pediatri (Cipe). Nel settembre 2020, infatti, la Regione annunciò l’assunzione di circa 500 operatori sanitari nelle scuole, con un’ordinanza firmata dal presidente, Nicola Zingaretti, per «l’attivazione immediata, da parte delle Asl, delle procedure per la ricerca di professionalità sanitarie (medici, infermieri, assistenti sanitari) da dedicare alle attività di prevenzione e controllo dell’infezione di virus SARS-CoV-2 nelle scuole e servizi educativi del Lazio».

 

 

Un fabbisogno che, secondo la Regione, le Asl del Lazio avrebbero dovuto coprire «anche attraverso la stipula di specifici contratti libero professionali e anche attraverso il previo utilizzo delle graduatorie delle procedure concorsuali già in corso di espletamento. In caso di nuove procedure, le stesse dovranno essere aperte anche a laureati in Medicina e Chirurgia iscritti all’ordine non in possesso della specializzazione secondo quanto autorizzato dalla normativa nazionale attualmente vigente». Ma, in questi 13 mesi, gli annunciati 500 operatori sanitari «nelle scuole purtroppo non si sono visti, e non abbiamo neanche più avuto notizie su questo progetto che, invece, sarebbe importante portare avanti, soprattutto per la prevenzione», conferma il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.

 

 

A giudizio del Cipe «ci troviamo davanti ad una grave occasione persa di avvicinamento ai bisogni della collettività, soprattutto in questa fase di pandemia e di grande emergenza sanitaria: un progetto con una copertura finanziaria di 3 milioni di euro nella Legge di Stabilità 2021», quantifica Veronelli, che avvisa “la Regione Lazio: batta un colpo e si attivi a stretto giro per mantenere l’impegno, viste peraltro le grosse risorse impegnate di denaro pubblico. Il medico scolastico, che può coinvolgere tanto i pediatri quanto i medici di base, rappresenta una risorsa determinante per dare supporto sanitario agli studenti, alle famiglie e agli istituti: la gestione dei tamponi in tempo reale, in caso di malessere a scuola, ad esempio, può essere decisiva per la tutela della salute di tutta la comunità scolastica».

 

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