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"Qualcuno mi voleva morto" Papa Francesco, che bordate. Certi attacchi "opera del diavolo"

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Qualcuno lo voleva morto, Papa Francesco, tanto da mettersi al lavoro per un prossimo Conclave. Jorge Maria Bergoglio torna sulle voci sulla sua salute  dopo l'intervento al colon a luglio, e i legittimi dubbi dei fedeli, che dipingevano un quadro piuttosto preoccupante per il futuro del Pontefice. E lo fa usando l'ironia.  "Come sto? Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto" dice scherzando ma non troppo con i confratelli gesuiti in Slovacchia. Ma non solo. Nella conversazione riportata da Civiltà cattolica lancia bordate contro l'ideologia gender e le fronde nei media cattolici contro il Pontefice. 

 

È lo stesso Papa a confermare i retroscena. "So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza!", dice. Però sta bene, lo ripete, "Grazie a Dio". Fare l’intervento è stata una decisione che inizialmente non voleva prendere, racconta, è stato un infermiere a convincerlo ("a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti"). Chi invece ha avuto qualche problema è stato l’arcivescovo metropolita greco-cattolico di Presov, in Slovacchia, Jan Babjak (67 anni), che martedì 14 settembre ha concelebrato con Bergoglio la divina liturgia in rito bizantino ed è risultato positivo al Covid. La diocesi slovacca fa sapere che il metropolita ha mostrato i primi sintomi del raffreddore venerdì e che era vaccinato, con entrambe le dosi.

 

Nella conversazione con i gesuiti, Papa Francesco affronta ancora il tema dei diritti civili, parlando di "pericolosa ideologia del ’gender’", perché "astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna. L’astrazione per me è sempre un problema". Ma precisa che questo "non ha nulla a che fare con la questione omosessuale, però. Se c’è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell’incontro con Cristo. Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale".

 

Poi si lascia andare a qualche "sfogo" sui dissidenti interni alla Chiesa, assicurando di non lasciarsi influenzare dalle critiche. "C’è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro", afferma durante il colloquio riportato dalla Civiltà Cattolica. "Ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo", confessa. "Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie", assicura. E ricorda di essere stato accusato di "non parlare della santità", pur avendo scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la ’Gaudete et Exsultate'. "Io vado avanti, non perché voglia fare la rivoluzione. Faccio quello che sento di dover fare. Ci vuole molta pazienza, preghiera e molta carità". 

 

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