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Grandissimi ignoranti da stanare ed emarginare: Zangrillo choc a L'Aria che tira sui medici no-vax

Giada Oricchio
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Tsunami Alberto Zangrillo su disinformazione e medici no vax: “Irresponsabili e ignoranti, vanno stanati e emarginati”. Poi la rivelazione: “I miei figli presi di mira perché sono il medico di Berlusconi”. Il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare, Referente Direzionale Aree Cliniche dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, in collegamento con “L’Aria che Tira”, il programma di Myrta Merlino su LA7, mette in evidenza l’aumento di depressione, panico e psicosi da Covid-19 a causa anche di una scorretta informazione: “Tutti parlano e si mescolano all’Istituzione, per questo non c’è fiducia e la gente è portata a non vaccinarsi. Si crea ansia sui rischi e pericoli, stiamo enfatizzando il 2% del problema. Abbiamo raggiunto un range di livello di vaccinazione alto (64,3%), questa disinformazione è brutta, serve solo a fare notizia e riempire pagine e pagine di giornali, nove pagine solo oggi”.

 

 

Sull’obbligo vaccinale, Zangrillo premette di non voler essere strumentalizzato politicamente e spiega: “Deve essere fatto un doveroso sforzo persuasivo, ma solo da persone che conoscono i dati. I numeri dicono che chi non si vaccina ha un rischio straordinariamente più alto di sviluppare la patologia nelle forme più violente, ma dobbiamo dire la verità”. E qui, Zangrillo parte in un attacco al calor bianco contro la sua stessa categoria, quella dei medici: “Ci sono sanitari e dottori che hanno contatto con i bambini, i pediatri, o che sono a contatto con persone fragili che non si vaccinano e questo è estremamente grave. Denota grandissima ignoranza e grandissimo senso di irresponsabilità. Possiamo anche rendere obbligatorio il vaccino però queste persone devono essere stanate, sono alla base della manipolazione delle coscienze. Questi medici si nascondono e disinformano e l’obbligo non li raddrizzerà, chi li conosce li deve mettere in minoranza ed emarginare”. Il primario è una furia, chiede che tutte le forze siano incanalate a dar spazio a quei pochi che dispongono dei dati e hanno in mano gli strumenti giusti: “Io capisco che dovete dar voce, ad esempio, a Maria Giovanna Maglie, Tommaso Labate o altri giornalisti, niente di personale verso di loro, però ci sono 4-5 persone veramente accreditate, come il CTS, gli scienziati che hanno studiato il Covid o i medici che lo trattano di persona in ospedale, sono loro che dobbiamo ascoltare. Ci sono migliaia di persone che muoiono di cancro, malattie neurodegenerative o croniche e noi invece riempiamo tv e giornali del 2% di malati. Non arriveremo mai al 90% di vaccinati numero utile per evitare l’obbligo come ha detto l’amico Walter Ricciardi (consulente sanitario del governo, nda), ma senza voler far polemica, dico che bisogna uscire dall’ ‘ipocrisia’: è stato facile fare da 0 a 64% di vaccinati, ma sarà faticoso fare il passaggio dal 64% al 90% perché ci sono cittadini che prestano ascolto alle fake news, a chi mistifica la realtà. Se parlano tutti, le situazioni si confondono”.

 

 

Sulla terza dose da inoculare, Zangrillo è in linea con il professor Massimo Galli: “Noi dobbiamo iniziare a occuparci degli immunodepressi, dei fragili, di chi è in attesa di un trapianto d’organo. A loro va riservata la terza dose perché rischiano di morire, poi parleremo del resto”. La Merlino tira fuori la chat in cui i virologi si sfogano per le minacce di morte e gli insulti che ricevono dai no vax e il professore fa una doppia rivelazione: “C’ero, ma mi sono tolto perché ricevevo migliaia di messaggi, non li sopporto più. Ovviamente sono amico di coloro che sono posti all’indice, ma sono anche uno che da 20 anni ha una famiglia e dei figli che sono irrisi, tormentati e delegittimati perché il loro padre è medico di una persona che non è simpatico a tutti”. La conduttrice vuole saperne di più: “Si riferisce a Berlusconi?!” e Zangrillo: “Sì, ma lasciamo stare e non facciamo nomi. Siamo in un paese malato che va curato, ha dentro il male e l’invidia sociale. Solidarietà ai colleghi, io sono costantemente minacciato e irriso, ma non ne parlo perché ho capito che più ne parlo, più il fenomeno aumenta, è il noto ventilatore che voi giornalisti conoscete bene”.

 

 

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