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Servizi segreti, Vaticano e quell'obbligo al segreto: Draghi smentisce il bluff di Cecilia Marogna

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Nella prima udienza del processo per reati finanziari in Vaticano, Fiorino Ruggio, difensore di Cecilia Marogna, ha avanzato una richiesta di rinvio e stralcio in virtù del fatto che il Dis italiano (i servizi segreti) ha disposto un'indagine e quindi l'ascolto di Marogna sulla scorta di un esposto da lei presentato, correlato alla richiesta a Segreteria di Stato, Nato e Stato italiano perché sia liberata dall'obbligo di segreto che la vincola.

 

 

La figura di Cecilia Marogna è legata a quella del Cardinale Angelo Becciu: è stata assunta nel 2016 come consulente di sicurezza esterna. I procuratori la accusano di aver sottratto 575.000 euro dai fondi vaticani, che l'ex numero 2 della Segreteria di Stato le aveva messo a disposizione per gestire i riscatti di alcuni ostaggi cattolici. I registri bancari però rivelano che i trasferimenti di denaro del Vaticano furono usati per pagare i conti di negozi, boutique hotel e per acquistare beni di lusso.

 

 

Ma da Palazzo Chigi arriva una smentita alle parole del legale della Marogna: “In merito al procedimento penale in corso presso gli Organi di giustizia vaticani che vede interessata la Signora Cecilia Marogna si precisa che non esiste alcun obbligo di segretezza che limiti l’esercizio dei suoi diritti processuali, contrariamente a quanto invece riportato sulle agenzie di stampa nei giorni scorsi”.

 

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