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Incubo infinito per i giovani tornati da Malta: sono nuovamente positivi al Covid. Lo scandalo delle ambulanze

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Elena Ricci
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Nell’articolo del 27 luglio che parla dello scandalo delle ambulanze che a pagamento hanno effettuato i trasferimenti dei giovani italiani rientrati da Malta e risultati positivi al Covid è stata riportata erroneamente la foto della Pubblica Assistenza di Monsummano Terme (PT), che era presente lo scorso sabato 24 luglio e domenica 25 luglio a Roma, all'hotel Sheraton, per riportare a casa, con due diversi viaggi, tre ragazzi arrivati in Italia nella tarda serata di venerdì 23 luglio con un volo proveniente da Malta. La Dottoressa Daniela Susini, in quanto genitore di uno dei ragazzi trasportati (ma questo è confermabile anche dagli altri genitori), afferma che la predetta associazione, per accordi precedentemente intercorsi con gli stessi genitori, non ha assolutamente richiesto, né addebitato, costi di alcun tipo per effettuare il servizio.

 

L’incubo degli italiani a Malta continua nonostante il rientro nel nostro paese. È atterrato questa mattina a Fiumicino un volo Covid partito da Malta, con a bordo 160 ragazzi italiani tutti risultati positivi a seguito di tampone molecolare. Una volta arrivati in aeroporto, i giovani sono stati trasferiti in un covid hotel dove dovranno osservare ulteriori 14 giorni di quarantena. Alcuni genitori hanno però deciso di portare a casa i propri figli, come avvenuto per Filippo Guerriero e Sara Camillacci, la coppia di fidanzatini romani che si era recata a Malta in vacanza per poi rimanere lì bloccata a causa della positività al covid del giovane. I due, ad esito del tampone positivo per Filippo, erano stati posti in isolamento nella stessa stanza di un hotel a Malta, senza alcuna assistenza o medicina. Le autorità maltesi infatti, non hanno previsto alcun protocollo sanitario per i positivi e nessun tipo di assistenza medica, se non l’ospedalizzazione esclusivamente per i casi gravi. Rientrati oggi in Italia, ad aspettarli c’erano i genitori.

 

 

«Per portarci i ragazzi a casa abbiamo dovuto pagare un’ambulanza» racconta Simona, mamma di Filippo. «La cosa sconcertante è stata trovare davanti al covid hotel un banchetto allestito per chi avesse avuto bisogno dell’ambulanza. Ci hanno chiesto una donazione, ma con un tariffario imposto: un euro per chilometro e senza rilasciare ricevuta». I ragazzi a Malta, completamente soli e abbandonati, sono stati seguiti e aiutati dai medici volontari del comitato cura domiciliare che hanno inviato loro termometri, vitamine e quanto necessario a curarsi. Il comitato proprio oggi ha manifestato all’esterno del Ministero della Salute per chiedere l’attuazione del protocollo che permetta di curare in anticipo e presso il proprio domicilio chi presenta sintomatologia, proprio per bloccare il covid ai suoi esordi, sostituendo alla tachipirina, integratori e antinfiammatori. Lo scorso aprile il Senato si era espresso favorevolmente chiedendo al Governo di istituire in un tavolo tecnico per la redazione di nuovi protocolli di cura domiciliare precoce.

 

 

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