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Roma, spari sul jihadista alla Stazione Termini. Ora la sinistra non cada nel ridicolo dando la colpa al poliziotto

Franco Bechis
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Sabato sera poco dopo le 19 un immigrato irregolare che ne aveva già combinate parecchie in Italia ha terrorizzato i passeggeri della stazione Termini di Roma minacciandone molti mentre urlava stringendo in mano un coltellaccio da cucina. E' intervenuta la polizia ferroviaria ed è iniziato un inseguimento nella laterale via Marsala con l'immigrato fuori di sé che saltava sui motorini parcheggiati nella via agitando il coltellaccio e sfidando i poliziotti che avevano provato a colpirlo con i loro sfollagente. La scena è stata ripresa da qualche passante e a bordo della sua auto anche da un tassista che se li è trovati all'improvviso di fronte. Quando l'immigrato si è fatto ancora più minaccioso con quel coltello uno degli agenti ha puntato la pistola e sparato mirando alle gambe e ponendo termine a una mezz'ora ormai di terrore nella zona. Appena viste le immagini è iniziata immediata la polemica non su quel pazzo che minacciava tutti in stazione, ma sul poliziotto che a dire dei ben pensanti non avrebbe mai dovuto premere quel grilletto. Diciamo subito che il clandestino- che si chiama Ahmed Ibrhaim e ha 44 anni, non rischia la vita. Portato in ospedale all'Umberto I ha ricevuto le cure necessarie ed è piantonato dagli agenti perché in stato di arresto: aveva numerosi precedenti, ha devastato chiese nel centro di Roma, preso di mira ogni simbolo religioso, tentato di entrare con la forza in piazza San Pietro, assalito perfino un centro islamico ferendo l'Imam che era lì a pregare. E' radicalizzato e quando è stato in carcere, da cui è rapidamente sempre uscito, a cercato di indottrinare altri in cella con lui inneggiando alla Jihad.

 

 

Un uomo assai pericoloso, che da tempo avrebbe dovuto essere allontanato dall'Italia ma che è ancora qui a minacciare i romani perché non si sa con certezza di che nazionalità sia (lui si è detto ghanese, ma le autorità consolari del suo paese dicono di no, come hanno fatto quelle di altri paesi africani) e quindi non può essere rimpatriato. Quindi ha eletto la sua residenza ideale nei dintorni della stazione Termini, dove Ahmed si confonde con facilità in mezzo a tanti altri forse meno pericolosi, spesso non meno inquietanti di lui. Questo dovrebbe creare allarme grande nelle forze politiche e nelle autorità cittadine e nazionali: le condizioni di rischio e insicurezza intorno alla stazione Termini di Roma, non il poliziotto che ha fermato una situazione folle e di grave rischio sparando un colpo alle gambe dell'uomo che minacciava tutti. Avesse avuto un Taser come chiedono da anni le forze di polizia, avrebbe avuto un'alternativa efficace a quella pistola. Ma non era in suo possesso, e certo non per colpa dell'agente. E ha fatto la cosa più utile per la sicurezza di tutti i cittadini e dei turisti che certo non arriveranno a frotte davanti a immagini come quelle viste alla stazione dei treni della capitale di Roma sabato sera.

 

 

Ho utilizzato spesso il treno in questi mesi e visto che le condizioni di insicurezza in cui ci si trova sono comuni a molte stazioni italiane: a Roma come a Milano, Torino e un pochino meno Firenze. Anche quando c'era il filtro di controlli più rigorosi per il coronavirus sui binari si trovavano immigrati e zingari che lì non avrebbero dovuto essere, a cercare di vendere qualcosa con fare deciso e talvolta minaccioso a chi attende il treno sulla banchina. Accade spesso alla Tiburtina, e non si capisce come. Ma basta fare un passo nei dintorni di qualsiasi stazione per trovarsi in terra di nessuno, dove prepotenza e violenza sono assai comuni e la lingua parlata non è mai l'italiano. Drammatica la situazione sia di Termini che di Tiburtina, quest'ultima aggravata da cantieri come sempre infiniti che rendono ancora più difficile gestire la sicurezza. In questi tempi ci si riempe la bocca di “riaperture” e di “ripartenza”, ma dove volete che vada un paese che offre questo biglietto da visita a chi arriva nella sua capitale? E' una delle prime emergenze non solo di chi dovrà amministrare la città, ma del governo nazionale. A cittadini e turisti devono essere garantiti quel minimo di decoro e sicurezza, altro che discutere se era il caso o meno di puntare la pistola alle gambe di un balordo come Ahmed.

 

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