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Non c'è pace per AstraZeneca. Vietato a chi ha meno di 60 anni, richiamo con Pfizer o Moderna

Dario Martini
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Inizialmente il vaccino AstraZeneca nel nostro Paese era riservato a chi aveva meno di 55 anni. Un paio di settimane dopo, questa soglia è stata portata a 65 anni. Poi, complici i casi di trombosi, il Cts ha cambiato di nuovo parere: meglio «raccomandarlo» agli over 60, anche se i più giovani sono rimasti liberi di farlo. Anzi, sono stati incentivati a scegliere il siero Vaxzevria (questo il nome del farmaco) grazie agli open day. Ieri, altro cambio di rotta: «Mai più a chi a meno di 60 anni», hanno detto in coro il generale Figliuolo, il ministro Speranza e il coordinatore del Cts Locatelli. Conclusione: quattro posizioni diverse in poco più di quattro mesi. Messaggi diversi, spesso contrapposti, che potrebbero minare la fiducia dei cittadini in questo siero contro il Covid. Non a caso, il virologo Roberto Burioni commenta: «Non stupiamoci poi se la gente non si vaccina». E ammonisce: «Non aspettatevi - questa volta - che sia io a convincerla!».

 

 

La nuova decisione arriva sull’onda emotiva della tragedia di Genova: la morte causata da una trombosi della diciottenne Camilla Canepa, che aveva ricevuto la prima dose di AstraZeneca il 25 maggio. In base al numero complessivo dei gravi casi avversi e alla fase attuale di bassa diffusione del virus in Italia, il ministro della Salute ha accolto la posizione del Cts, per cui la «raccomandazione» di non somministrare questo vaccino agli over 60 si trasforma in un’«indicazione perentoria». Un modo un po’ complicato per dire una cosa semplice: il siero Vaxzevria di qui in avanti sarà vietato fino a 60 anni. Locatelli spiega anche che, nonostante i casi di trombosi siano «rarissimi», gli under 60 che hanno già ricevuto la prima dose di AstraZeneca avranno come richiamo uno dei due sieri a mRna messaggero (Pfizer o Moderna), che si distinguono da quelli a vettore virale per avere una incidenza nettamente inferiore di eventi avversi legati a trombosi o problemi di coagulazione del sangue.
Il nuovo contrordine non lascia più spazio all’autonomia decisionale di amministratori, Asl e cittadini. L’obiettivo è anche dare quella «parola chiara» a più riprese chiesta dalle Regioni.

 

 

Il commissario Figliuolo ammette che il piano andrà ricalibrato, ma garantisce che il problema sarà assorbito entro agosto. Riorganizzare la campagna vaccinale con AstraZeneca limitato agli over 60, ormai in larga parte immunizzati, non sarà facile. Sono già partite le riprogrammazioni che comporteranno anche una redistribuzione delle fiale, e almeno nei primissimi giorni, cambi di date. Ancora una volta la campagna verrà riassestata, ma il commissario resta ottimista: «Se dovessimo avere altri intoppi è chiaro che si rivedranno i piani. Ma ora non faccio fosche previsioni e sono convinto che per fine settembre chiuderemo la partita». Gli over 60 che devono essere ancora vaccinati con entrambe le dosi sono 3,5 milioni. La speranza è che accettino tutti AstraZeneca. Se ciò non sarà possibile, ed è molto probabile, Figliuolo spiega che «le dosi non utilizzate saranno utilmente impiegate per il programma Covax». Ovvero, saranno spedite in Africa.

 

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