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Vaccino, la biologa Valeria Poli denuncia: clima di omertà. La verità su AstraZeneca e il sospetto sui colleghi

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C'è un "muro di gomma", una clima di "omertà" che avvolge il dibattito pubblico sui vaccini. A lanciare il sasso non è un pericoloso No-Vax ma una stimata professoressa, Valeria Poli, docente di Biologia molecolare all'Università di Torino e presidente della Sibbm, la Società italiana di biofisica e biologia molecolare. 

 

Le sue dichiarazioni fanno discutere. Dopo un'intervista al Fatto è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus. "I vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson sono efficaci nel proteggere dalla malattia grave, però hanno la caratteristica, che non condividono con i vaccini a Mrna, di poter causare eventi rari molto grave" ha spiegato Poli. "Su AstraZeneca abbiamo più dati, dall’ultimo report britannico emerge che ci sono stati all’incirca 2 casi di trombosi su 100mila tra i 20 e 49 anni e molti meno casi per gli over 50. L’Aifa consiglia la somministrazione di questi vaccini sopra i 60 anni - ha affermato - In un momento in cui il virus circola così poco non ha senso sottoporre a questo rischio i giovani, che rischiano pochissimo dalla covid" spiega la professoressa. Insomma, gli open day per vaccinare più giovani possibile con Az e J&J sono un errore, come affermato ad esempio anche dalla virologa Antonella Viola. 

 

"Con il gruppo delle scienziate per la società è da marzo che cerchiamo di dare delle informazioni, la paura si crea quando non ci sono informazioni chiare. Io penso che dire: ’teniamo Astrazeneca per gli over 60 perché lì il rischio-beneficio è assolutamente a favore del beneficio' non avrebbe creato così tanta esitanza vaccinale su AstraZeneca" prosegue. Il fatto è che i vaccini "non sono tutti uguali, si tratta di conoscerli per poterli usare nel modo corretto. Sono felicissima degli open day per vaccinare i giovani, quello che non mi spiego è perché non utilizzare Pfizer rispetto ad Astrazeneca, sembra quasi che lo si utilizzi perché si vogliono finire le dosi che si hanno" è il sospetto della Poli: "I dati sono incontrovertibili, nella fascia di popolazione giovane forse il gioco non vale la candela". Poi la stoccata ai colleghi: "Alcuni scienziati forse si stanno discostando dalla pura analisi dei dati per andare incontro a delle esigenze politiche, come quella di non creare esitanza vaccinale o di non volersi contraddire".

 

Molti sono diventati delle "piccole star, degli abituè delle tv e dei giornali e sono diventati autoreferenziali, in molti casi non hanno resistito a dare ad ascoltatori, giornalisti e politici quello che volevano, ovvero certezze. Le certezze la scienza non le ha", è la stoccata: "Quando uno scienziato si sbilancia a dare certezze non sta più facendo scienza, sta facendo politica". 

Ancora più dura con il Fatto, Valeria Poli punge Matteo Bassetti: "Dice che le uniche controindicazioni riguarderebbero chi ha avuto trombosi e le donne che assumono la pillola anticoncezionale, ma non è vero". E fornisce dati diversi rispetto a quelli forniti dall'infettivologo ligure: "Secondo l'ultimo recentissimo report britannico con i dati disaggregati per fasce d'età siamo a 18 casi di trombosi trombocitopenica indotta da vaccino, Vitt nell'acronimo inglese, per milione di vaccinati tra i 18 e i 49 anni, cioè quasi uno su 50mila". "Si tratta di patologie rare ma non è eticamente giustificabile esporre le persone a un rischio che comporta, in caso di evento avverso, un 20/30% di letalità".

 

Ma guai a parlarne, si rischia di essere ignorati. "Abbiamo provato a intervenire a marzo come scienziate per la società sull'Huffington Post. Il Corriere della Sera ci disse che non avrebbe pubblicato niente che potesse alimentare l'esitanza vaccinale. C'è omertà, un muro di gomma anche da parte di scienziati che possono capire perfettamente la questione. Prima di uscire pubblicamente abbiamo scritto al Comitato tecnico scientifico e a Nicola Magrini, il direttore dell'agenzia del farmaco Aifa. Nessuno di noi intende fomentare l'esitanza vaccinale, sappiamo bene che il risultato può essere questo e tutti concordiamo che si debbano vaccinare i giovani. Ma quando vedi qualcuno che va a schiantarsi devi intervenire", dichiara Valeria Poli. 

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